All'I.C. "C. Levi" il progetto educativo “Ciak…un processo simulato per evitare un vero processo"
Un espediente utile per informare i ragazzi sui rischi del cyberbullismo. Il progetto è in collaborazione con l’Associazione "Ciak -Formazione e legalità"
CORIGLIANO-ROSSANO - Sabato 6 Maggio, gli allievi delle classi terze della scuola secondaria di I grado “Carlo Levi”, sono stati protagonisti delle attività legali per un giorno, simulando un vero e proprio processo penale minorile e lasciando i banchi di scuola per occupare quelli dell’aula di un tribunale.
«Hanno vestito i panni di pubblici ministeri, giudici, presidente di Collegio, avvocati, imputati e testimoni – si legge nella nota - presso il tribunale di Castrovillari guidati dagli operatori, le avvocate Anna Filice e Rosa Maria Romano, e vivendo l’occasione loro offerta dall’Istituto, dopo aver affrontato un periodo di formazione e di crescita didattica. Il tutto sviluppato attorno ad un argomento, purtroppo attuale, quale il fenomeno del cyberbullismo che si sta imponendo sempre più, sotto diverse forme e in diversi contesti nazionali e mondiali, come manifestazione dell’odierna criminalità minorile.
Tante le riflessioni e tante le emozioni per gli alunni che hanno messo in scena questa prima udienza del copione intitolato “La Tavernetta", proposta suggerita dalla docente Assunta De Luca, referente del progetto educativo e loro guida in questo intenso percorso didattico.
Un' esperienza formativa che mai dimenticheranno e che sicuramente ha toccato le loro coscienze. Commozione per i genitori ed i docenti presenti che hanno assistito all' evento.
Ci si domanda spesso, fra gli operatori del settore Istruzione e Formazione, come potenziare l’educazione alla legalità̀, come imprimere al meglio nei discenti la funzione delle regole nella vita sociale, i valori civili e la democrazia, l’esercizio dei diritti di cittadinanza e la maggior parte delle volte ci si accorge che, specie per un adolescente, riconoscere e accettare un mondo di regole è sempre un percorso difficile e faticoso.
L’opportunità creatasi nell’ambito dell’esperienza Ciak – concludono -, ha saputo coniugare entrambe le esigenze: quella di educare al rispetto delle regole e alla convivenza e quella dei fruitori di tale messaggio, i nostri giovani, che hanno voluto accostarsi a queste tematiche provando non solo grande interesse ma anche la consapevolezza che chi cresce ha diritto all’errore, ma anche alla correzione, e che la legalità è un’opportunità in più per dare senso al loro futuro».