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Longobucco è una comunità che non si arrende: oggi sit-in contro il "giallo" della chiusura delle scuole

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LONGOBUCCO - Guai a dire ad un longobucchese che il suo è un paese dove vivono solo vecchi. «Non siamo tantissimi ma ci siamo e pertanto abbiamo il diritto di accedere ai servizi come tutti gli altri nostri coetanei». Queste le parole di una studentessa che stamattina insieme ad altri suoi compagni e alle loro famiglie sono scesi per le strade di Longobucco a manifestare tutto il loro dissenso contro una decisione che dal prossimo anno scolastico 2023/24 potrebbe pensalizzare, e non poco, il centro della Sila Greca.

Ma nella protesta c'è un po' di tutto riferito al mondo della scuola: dalla presunta chiusura dell'Ipsia perché non si sarebbe raggiunto il numero per la formazione della prima classe (anche se i ragazzi iscritti sarebbero 12) per finire alla costituzione delle pluriclassi nelle scuole primarie. E proprio sulla formazione delle nuove classi dell'Istuto professionale industria e artigianato ci sarebbe un giallo da risolvere. Ancora stamattina, infatti, la delegazione di genitori ha chiesto di incontrare la dirigente scolastica dell'istituto Omnicomprensivo Longobucco-Bocchigliero ma, da quanto trapelato, la stessa non avrebbe ancora dato la sua disponibilità a riceverli. Ovviamente, le mamme vogliono andare fino in fondo tanto da non iscrivere i loro figli fino a settembre anche perché il pericolo che i ragazzi iscritti all'Ipsia di Longobucco possano trovarsi "magicamente", a causa degli astrusi algoritmi della pubblica amministrazione, iscritti ad un istituto di Cariati, Crosia Mirto o, peggio, di Corigliano-Rossano c'è ed è concreto. 

Intanto, proprio per cercare di arginare questa situazione, domani si riunirà il Consiglio comunale per emanare una delibera ad hoc.

Insomma, per Longobucco non è un periodo affatto facile. Ma non lo è da qualche settimana, da quando è crollato il viadotto della Sila-Mare. Quello è stato solo il pretesto, la goccia che ha fatto traboccare un vaso di disagi, disservizi e diritti negati che è stracolmo da decenni.

Certo, la condizione di una mobilità precaria e di un isolamento cronico non fa altro che aggravare le condizioni di vita dei cittadini longobucchesi. Se prima, con una parte di nuova strada aperta arrivare sulla costa e quindi a Mirto e Corigliano-Rossano si impiegava dai 40 ai 50 minuti, oggi con la chiusura dellla SS177 dir e con il traffico dirottato sulla vecchia e malandata statale i tempi di percorrenza si dilatano. «Immaginate quanti disagi dovranno affrontare i nostri giovani se l'anno prossimo per andare a scuola dovranno farsi due ore di autobus all'andata e due al ritorno?!» dice un genitore. Proprio come se il tempo a Longobucco si fosse fermato esattamente a 60 anni fa. Oggettivamente, quella della soppressione delle scuole, è una soluzione impraticabile che potrebbe determinare il definitivo spopolamento di uno dei centri più antichi della Calabria e che, per ironia della sorte, all'inizio del secolo scorso era anche uno paesi più evoluti della Calabria e dell'intero Meridione. Qui non sta rimanendo niente, per colpa di politiche miopi che per decenni non sono riuscite ad affrontare il vero dramma dello spopolamento, contrastandolo innanzitutto con i servizi.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.