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Il Cammino dei Monasteri si concluderà a Corigliano con le reliquie di San Francesco di Paola

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CORIGLIANO – ROSSANO – Grande attesa per il “Cammino dei Monasteri” che vede come ultima tappa, il prossimo 12 marzo, il santuario di San Francesco a Corigliano centro storico. Un pellegrinaggio di oltre 135 chilometri che parte da Paola il 9 di questo mese e termina domenica proprio con l’arrivo alla chiesa, ad oggi santuario a tutti gli effetti, da lui fortemente voluta e fatta edificare tra il 1476 e il 1478. In occasione di questo cammino la comunità dei frati Minimi – ordine fondato da Francesco di Paola – ha concesso che vengano portate, in una teca, le reliquie degli zoccoli che il santo indossava quando era in vita.

«Si tratta di un evento – ha precisato padre Giovanni Cozzolino, reggente del santuario - che connette religione, tradizione ma anche spirito identitario. Per gli abitanti dell’area urbana di Corigliano, San Francesco di Paola rappresenta un faro, una luce. Attenderemo i pellegrini, con tanto di reliquie al seguito, all’altezza di Palazzo Bianchi. Saranno presenti anche il sindaco Stasi, alcuni membri delle Istituzioni, associazioni sportive e del tempo libero e tanti cittadini e fedeli».

L’itinerario a piedi sarà percorso dai membri dell’Associazione “Il Cammino di San Francesco di Paola” e dagli “Amici del Cammino”. Chiunque, autonomamente, può accodarsi al percorso a piedi.

Il gruppo di fedeli in viaggio da Paola lungo tutto un percorso che tocca altre mete come Acri, Luzzi, Rose, Paterno Calabro, Spezzano in Sila e altri Comuni della provincia, arriverà da noi “sbucando” dal lato della montagna con lo sfondo del Golfo di Corigliano che incornicia il Mar Ionio. Quindi proseguirà per Corso Garibaldi arrivando al Palazzo Municipale. Qui è prevista l’accoglienza. Poi si proseguirà per via San Francesco fino al quartiere San Giacomo, già vestito a festa per l’occasione. «La via dei Monasteri che conclude il cammino proprio qui da noi – sottolinea Cozzolino – è anche un modo per non far morire il centro storico e rafforzare lo spirito identitario e di appartenenza».

Un momento che unisce, suggella lo spirito comunitario e ricorda quanto la figura del santo sia stata importante per la nostra città. Un percorso di fede intriso di storia, passione e amore per un uomo che, dopo essere stato ospitato in un romitorio di Corigliano – un luogo isolato dove trovavano rifugio gli eremiti – si preoccupava delle sorti di questo paese anche quando ormai era in Francia. «Importante e carica di significato una lettera che aveva inviato qui a Corigliano mentre si trovava oltremanica».  

E l’arrivo dei pellegrini a Corigliano Rossano è anche l’occasione per lanciare dei messaggi. «Al centro dei temi che affronteremo domenica c’è innanzitutto la pace.  Poi un pensiero – aggiunge padre Cozzolino - andrà alle vittime del naufragio a Steccato di Cutro. Francesco di Paola è il santo dell’accoglienza. Sorvolando sulle modalità con cui i migranti provano a raggiungere le nostre coste e senza entrare in giudizi geo-politici, una volta che queste persone cercano rifugio hanno il diritto di essere accolti. Accogliere il più debole, chi è nella disperazione, nella difficoltà. Questo è ciò che ci ha insegnato il nostro santo patrono».

Prima la Via del Giovane, poi quella dell’Eremita e adesso la Via dei Monasteri. Il progetto complessivo prevede che siano tracciati tutti i viaggi, sei in tutto, compiuti da San Francesco in tutta la sua vita. Le infrastrutture che rendono fruibile la via dei Monasteri sono state realizzate dall’Ente del Parco Nazionale della Sila grazie ad un finanziamento del dipartimento Ambiente della Regione Calabria.

Valentina Beli
Autore: Valentina Beli

“Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare” diceva con ironia Luigi Barzini. E in effetti aveva ragione. Per chi fa questo mestiere il giornalismo non è un lavoro: è un’esigenza, una passione. Giornalista professionista dal 2011, ho avuto l’opportunità di scrivere per diversi quotidiani e di misurarmi con uno strumento affascinante come la radio. Ora si è presentata l’occasione di raccontare le cronache e le storie di un territorio che da qualche anno mi ha accolta facendomi sentire come a casa. Ed io sono entusiasta di poterlo fare