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Vende i gioielli di famiglia per pagare le bollette. La crisi incalza anche nella Sibaritide

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CORIGLIANO - ROSSANO - «Mi è rimasta solo la fede». Negli ultimi mesi è stato un andirivieni ai compro oro per vendere i gioielli di famiglia e fare cassa. Rosa, sposata con due figli, per pagare le bollette, far fronte a delle spese impreviste e mettere qualcosa in più nel frigo, ha deciso insieme al marito di dare via i loro preziosi in cambio di contante.

In casa entra un solo (modesto) stipendio, il caro prezzi sugli scaffali dei supermercati è da tempo una realtà conclamata e anche i carburanti hanno il loro peso sul bilancio dell’economia domestica. E poi ci sono le esigenze dei bambini, ai quali si cerca di non far mancare nulla e di non farli “sentire meno” rispetto ai compagni di scuola e agli amici. E cosi, come ci ha raccontato lei stessa, a Rosa è rimasta solo la fede. Quella nuziale ma anche - e lo dice con forza frammista a pudore - quella nel Signore. 

Ma nella Sibaritide quello di Rosa non è un caso isolato. Se prima i compro oro erano “l’ultima spiaggia”, una sorta di non luogo dove lasciare i propri gioielli - e con essi ricordi più o meno intensi - in cambio di soldi pochi, maledetti e subito, oggi sono un’opzione sempre più considerata per sbarcare il lunario. 

«L'aumento delle persone che si rivolgono ai negozi Compro Oro oggi è tra il 20 e il 30% rispetto a mesi fa, a livello nazionale», aveva dichiarato prima della fine del 2022 Nunzio Ragno, presidente di Antico (Associazione nazionale tutela comparto oro). Del resto, aveva aggiunto,«chi guadagna 1.000-1.200 euro al mese come fa a pagare le bollette della luce o del gas che stanno raggiungendo costi mai visti prima?. Nella prima fase della crisi, 4 anni fa, la necessità di ottenere liquidità attraverso la vendita di beni preziosi ha interessato le classi meno abbienti, ora invece sta mettendo mano a propri beni preziosi anche chi all'inizio ha potuto evitare, magari per una permuta finalizzata a un regalo».

Sempre più famiglie stanno mettendo mano all’oro, quel bene rifugio che anche in tempi di pandemia ha salvato molte persone dalla crisi. La speranza è quella di non esser costretti a raschiare il fondo del barile.   

Valentina Beli
Autore: Valentina Beli

“Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare” diceva con ironia Luigi Barzini. E in effetti aveva ragione. Per chi fa questo mestiere il giornalismo non è un lavoro: è un’esigenza, una passione. Giornalista professionista dal 2011, ho avuto l’opportunità di scrivere per diversi quotidiani e di misurarmi con uno strumento affascinante come la radio. Ora si è presentata l’occasione di raccontare le cronache e le storie di un territorio che da qualche anno mi ha accolta facendomi sentire come a casa. Ed io sono entusiasta di poterlo fare