Nuovo ospedale della Sibaritide, la partita si sposta sui tavoli romani
Previsto nei prossimi giorni un nuovo aggiornamento della cabina di regia voluta da Occhiuto che definirà ancora meglio la road map che ora dovrà seguire la fase di completamento e messa in esercizio del nuovo presidio sanitario di Insiti

CORIGLIANO-ROSSANO - Torna a correre la “pratica” del nuovo ospedale della Sibaritide. Dopo l’incontro in Prefettura di lunedì scorso, utile a mettere i paletti attorno ad una vicenda che negli ultimi tempi sembrava essere finita nel porto delle nebbie, nonostante i lavori sul cantiere andassero avanti (e anche in modo spedito), ora c’è da tracciare la road map dei prossimi mesi. Fino all’ultimazione e messa in esercizio del presidio di Insiti.
Non sappiamo se il cronoprogramma che prevedeva l’ultimazione dell’opera tra ottobre 2023 e aprile 2024 possa essere o meno rispettato. Sicuramente – e questa pare essere la linea di Occhiuto – il nuovo nosocomio della Calabria del nord-est dovrebbe essere operativo prima della fine della legislatura regionale. E questo perché, come ricordato dallo stesso governatore ai margini dell’incontro in prefettura, questa opera rappresenta «il segno tangibile del nuovo corso di questo governo».
Insomma, coma scrivevamo nei giorni scorsi, l’unica vera garanzia di sicuro successo che l’ospedale della Sibaritide ha sta nell’impegno politico del presidente della Regione. Non fosse altro perché Occhiuto sui cantieri c’è stato più e più volte e su questi lavori ci ha messo la faccia oltre che ad i suoi palesi impegni.
Ora, però, serve definire i dettagli. Innanzitutto quelli economici. Sempre Occhiuto nei giorni scorsi ha ricordato che «il progetto economico-finanziario va rimodulato». Che tradotto significa non solo la necessità di nuovi fondi (che potrebbe essere reperiti dai uno dei tanti fondi speciali che in questo momento mette in campo l’UE). Non solo, questa affermazione del Governatore/commissario alla sanità, potrebbe anche significare la rivisitazione del contratto in itinere che prevede la concessione trentennale dell’opera alla società che oggi sta realizzando l’ospedale con la partecipazione di propri capitali. Cosa potrebbe succedere? Che le spese necessarie e occorrenti all’ultimazione e messa in esercizio del nuovo ospedale, così come anche alla realizzazione dei sottoservizi potrebbero essere tutto a carico della Regione. Mentre la D’Agostino Srl, perderebbe la concessione e rimarrebbe sul cantiere solo per eseguire fino alla fine i lavori di completamento e consegna della struttura.
Tutte queste cose saranno definite nei prossimi giorni quando la cabina di regia per il nuovo ospedale della Sibaritide tornerà a riunirsi e lo farà nelle stanze romane, alla presenza ancora una volta del governatore Occhiuto, dei vertici aziendali e probabilmente anche alla presenza di qualche delegato del Governo. Al quale Occhiuto – questa un’ipotesi – potrebbe chiedere un investimento economico per ultimare il grande nosocomio jonico.