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Nuovo ospedale della Sibaritide: ieri il collaudo statico dello scheletrato, oggi il vertice a Roma

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CORIGLIANO-ROSSANO – Sembra aver ripreso vigore la marcia verso la realizzazione del nuovo ospedale della Sibaritide. Dopo la nebbia che era salita, subito dopo l’estate scorsa, attorno alla struttura di Insiti, per i problemi relativi alla dote finanziaria dell’opera ma anche rispetto alle diverse altre opere collaterali che andrebbero realizzate per mettere in esercizio il presidio ospedaliero una volta conclusi i lavori, ora pare che le nubi stiano andando lentamente a diradarsi.

Negli ultimi giorni le notizie sul costruendo nosocomio della Calabria del nord-est sembrano rincorrersi e anche i diversi step procedurali sembrano avere, oggi, dei tempi europei.

Appena lunedì scorso, a Cosenza, si è riunito il tavolo tecnico convocato dal Prefetto Ciaramella e voluto dal presidente Roberto Occhiuto, per fare il punto sullo stato attuale dell’opera ma soprattutto per tracciare i nuovi e prossimi orizzonti. L’incontro bruzio si era aggiornato ad una nuova riunione della cosiddetta cabina di regia che si sarebbe dovuto tenere a Roma. Incontro che c’è stato in tempi record e si è tenuto stamani, nella sede capitolina della Regione Calabria in piazza di Campitelli alla presenza del governatore e commissario alla sanità Roberto Occhiuto, dei dirigenti della Regione e della parte concessionaria dell’opera, la società D’Agostino costruzioni di Avellino con tutta la sua “armata” di tecnici, legali e contabili.

Perché questo “plotone” vigoroso di figure tecniche e di diversa natura (progettuale e contabile) attorno ad un tavolo? Perché con tutta probabilità il presidente Occhiuto vuole affrontare prioritariamente (e subito risolvere) la questione relativa al programma economico-finanziario. Sul progetto del nuovo ospedale, ricordiamo, gravano tre “ipoteche” importanti. La prima: il suo progetto iniziale è stato elaborato quasi due decenni fa e, nonostante nel tempo siano state approvate delle modifiche, il suo costo di realizzazione iniziale è totalmente differente dalla capacità economica che occorrerebbe ora. La seconda: l’attuale concessionario è subentrato in corso d’opera al precedente concessionario Tecnis che si era aggiudicato l’appalto, tra l’altro con un evidente ribasso. La terza: la crisi economica e dei prezzi registratasi negli due anni ha fatto lievitare a dismisura i costi di produzione dell’immobile.

La soluzione sul tavolo

Si rende necessaria, quindi, una sostanziale modifica in corso d’opera. Anche perché l’altra soluzione da percorrere – assolutamente scongiurabile - sarebbe quella di lasciare la struttura così com’è oggi, in preda al tempo e magari in attesa di una contingenza migliore. Sarebbe una sciagura lasciare un ecomostro nel cuore geografico di Corigliano-Rossano e soprattutto in un territorio come la Sibaritide che vive un profondo deficit di servizi sanitari.

La soluzione è risolvere il problema. E una delle strade che si potrebbero percorrere sarebbe quella della revoca del contratto di concessione che di fatto, allo stato attuale, darebbe alla società appaltatrice dell’opera la possibilità di gestire tutti i servizi ospedalieri per i prossimi 30 anni così da poter far rientrare il capitale investito sulla struttura. La revoca di questo strumento, quindi, consentirebbe alla Regione Calabria di riacquisire l’intera titolarità sula funzionalità del nuovo ospedale consentendogli, di fatto, di mettere sul piatto nuovi fondi per ultimare la struttura e metterla in esercizio.

Quanti soldi la Regione sia disposta a mettere sul tavolo per ultimare il nosocomio non lo sappiamo. Ma questo sarebbe uno step successivo. Oggi occorre, invece, trovare la formula burocratica e procedurale giusta per uscire da quello che al momento è l’ostacolo più grande, e quindi trovare il modo per mettere più soldi sulla partita di Insiti.

La speranza è che l’incontro romano di oggi, abbia potuto già partorire qualche buon risultato. Ma questo lo sapremo solo nelle prossime ore.

Il collaudo statico dell'opera strutturale

Ma ad Insiti i lavori non si fermano. Mentre le squadre di carpentieri stanno ultimando lo scheletrato (che di fatto è già completato), ieri sul cantiere c’è stato il collaudo statico della struttura. Tecnici specializzati, accompagnati dal project manager, l’ingegnere Domenico Petrone, sono scesi nelle viscere del costruendo ospedale, li dove esistono le piattaforme antisismiche e proprio lì dove appena 11 mesi fa c’era soltanto una foresta di pilastri. Sono state fatte tutte le verifiche tecniche per valutare l’adeguatezza delle fondamenta di una costruzione che, una volta in esercizio, sarà il più grande edificio antisismico mai costruito nella Calabria del nord-est.

Le fasi del collaudo di ieri

 

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.