Il nuovo statuto comunale di Co-Ro e la bagarre sui municipi in Consiglio comunale
Ecco cosa prevede l'articolo 13 del regolamento amministrativo che in questi giorni è al centro della discussione politica in città

CORIGLIANO-ROSSANO - Se buona parte del testo statutario, anche con qualche accorgimento ulteriore (politico più che di contenuto), alla fine, potrebbe essere liquidato, il tema cardine su cui continueranno ad esserci bagarre e sicure barricate è quello dei municipi. Corigliano-Rossano è un grande comune, esteso più della Repubblica di Malta, che per essere ben governato e per non far sentire i cittadini lontani dalle istituzioni ha necessità di avere dei presidi amministrativi all'interno dei suoi territori.
I municipi, appunto, che nella bozza del nuovo statuto comunale, approdato lunedì scorso in Consiglio comunale, sono normati con l'Art.13. Così come proposti dalla maggioranza, non piacciono. Lo scrivevamo ieri.
La Legge Regionale 2/2018 (quella sulla fusione di Corigliano-Rossano) recita che il Comune ne potrebbe istituire un massimo di 7. Sulla proposta statutaria, però, non si fa riferimento alcuno sul loro numero, delineando esclusivamente il profilo di quella che dovrà essere la loro attività con la rappresentanza di un organo elettivo a fare da raccordo politico-amministrativo con l’esecutivo. In sostanza, più che un vero quadro normativo - per stessa ammissione della maggioranza - si tratterebbe di una «sintesi di idee» che tiene conto del dato demografico e della estensione e varietà del territorio. Nulla più. Troppo poco. Anche, perché così composto l'articolato dello Statuto relativo alla parte dei municipi si presta, ovviamente, alle insinuanti polemiche dell'opposizione ma anche di quanti vorrebbero che queste entità amministrative fossero davvero qualcosa di concreto e non solo un pro-forma.
C’è chi addirittura vorrebbe dei municipi più simili alle circoscrizioni di Roma Capitale con un vero e proprio consesso di rappresentanti amministrativi, democraticamente eletti e quindi anche pagati, chi invece vorrebbe che si badasse più alla sostanza che alla forma insediando all'interno di queste strutture una serie di servizi che possano garantire la prossimità degli uffici comunali sul grande territorio di Corigliano-Rossano.
Ma cosa dice, a riguardo dei municipi, il fatidico Articolo 13 (Titolo Terzo, Capo Primo)? Ecco la trascrizione testuale della bozza comma per comma
1. Negli agglomerati urbani di storica od anche di recente formazione, quale che sia la relativa consistenza demografica, sono costituiti i Municipi, strutture amministrative funzionali all’erogazione di servizi di base ed all’aggregazione e partecipazione attiva dei cittadini.
2. I Municipi costituiscono gli ambiti territoriali del decentramento amministrativo anche in funzione della transizione digitale.
3. In ogni Municipio è localizzato un ufficio multifunzionale che eroga i servizi in materia di tributi locali, autorizzazioni edilizie e commerciali di limitate dimensioni, anagrafe e certificazioni, assistenza sociale ed educativa. Ulteriori competenze possono essere attribuite dal Consiglio Comunale, nel rispetto delle vigenti norme.
4. Gli uffici del Municipio sono diretti dai Dirigenti di Settore o da funzionari titolari di Posizione organizzativa, attributari dei centri di costo, la cui attività è coordinata dal Segretario Generale del Comune in sede di Conferenza dei Dirigenti.
5. L’individuazione dei Municipi, l’estensione territoriale e le funzioni degli uffici multisettoriali sono deliberate dal Consiglio Comunale con il voto della maggioranza dei suoi componenti. Il relativo funzionamento trova disciplina in un apposito Regolamento.
6. Il Consiglio Comunale delibera, anche in via sperimentale, per la durata del successivo mandato consiliare, l'elezione di un proprio delegato da parte dei cittadini Bozza definitiva dello Statuto 15 residenti in ciascun Municipio con funzioni di raccordo politico-amministrativo con gli organi del Comune.
7.I delegati dei municipi sono eletti contestualmente alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale. I candidati a delegato devono fare riferimento alle coalizioni che concorrono per l’elezione del Sindaco e del Consiglio Comunale. Ogni coalizione designa all’elezione di ciascun Municipio una candidata ed un candidato.
8. I delegati interpretano i bisogni e le istanze dei cittadini e dei residenti nei rispettivi Municipi, finalizzando il dibattito e di contributi di idee emersi nelle Consulte di cui al successivo art. 18, ai fini dell’elaborazione, approvazione ed effettiva attuazione dei progetti e programmi comunali relativi agli ambiti territoriali di riferimento. Ai delegati non è riconosciuta alcuna indennità.
9. I delegati partecipano, a titolo consultivo, alle riunioni del Consiglio Comunale allorché sono oggetto di discussione questioni riguardanti le problematiche e lo sviluppo dei rispettivi Municipi.
10. I delegati possono formulare proposte deliberative alla Giunta comunale su materie attinenti alle problematiche del Municipio di relativa appartenenza e possono esprimere pareri consultivi a beneficio dell'organo esecutivo dell'ente.
Come si evince, dunque, non è solo un testo "sperimentale" ma è anche un testo che non fornisce alcun dettaglio di sorta. Solo generiche indicazioni che, quindi, dovrebbero essere normate con un apposito Regolamento. E comunque da attuarsi non prima della prossima consiliatura. Regolamento che, a sua volta, ancora (ovviamente) non è stato predisposto. Pertanto nessuno conosce l'esatto numero dei municipi, nessuno conosce la sua dislocazione, nessuno ne sa la connotazione e la finalità.
Insomma, l'articolo 13 - così come scritto - potrebbe anche non esistere all'interno dello Statuto comunale.