Parcheggio di Sant’Antonio: l’ultima occasione si chiama Cittadella dello Sport
Avrebbe dovuto essere l’emblema del rilancio del centro storico di Rossano ma ad oggi incarna, purtroppo, la parabola discendente di una parte della città. L'assessore Novello: «Questa struttura può e deve essere ancora sfruttata»
CORIGLIANO-ROSSANO - C’è ancora una possibilità e si chiama Cittadella dello Sport. Tra l’immobilismo amministrativo e lo sdegno dei cittadini, il parcheggio di Sant’Antonio - costato oltre un milione di euro, senza contare gli ulteriori soldi spesi per adeguamenti, migliorie e messe in sicurezza – ha ancora un’occasione per legittimare la sua esistenza e raggiungere il suo pieno utilizzo.
«Questo progetto ha richiesto un investimento di soldi pubblici notevole - ha commentato l’assessore ai Lavori pubblici Tatiana Novello - e il Comune ha tutta la volontà di sfruttare al meglio la struttura mettendola a servizio non solo dei vari uffici amministrativi presenti nel centro storico, dell’anfiteatro ma anche della futura Cittadella dello Sport. Da parte nostra c’è un forte desiderio di far rivivere il centro storico, non a caso si è deciso di far sorgere il mega polo sportivo nella parte alta di Rossano e non allo Scalo».
Parole che lasciano ben sperare, purché non restino soltanto buone intenzioni. Grazie al pacchetto di riforme e di investimenti previsto dal piano nazionale di ripresa e resilienza, Corigliano-Rossano ha beneficiato di diversi fondi da destinare al potenziamento delle infrastrutture, e tra i progetti c’è per l’appunto la Cittadella dello Sport. I lavori dovranno partire questa primavera, la realizzazione dovrebbe essere ultimata entro il 2026. «Quando anche quest’opera sarà finita – ha sottolineato l’assessore Novello – allora sì che ci sarà bisogno di spazio e posti auto».
Insomma, il parcheggio di Sant’Antonio è davvero futurista. Non solo perché la sua torre che si staglia per oltre trenta metri di altezza squarcia il paesaggio con un’architettura che fatica ad inserirsi nel panorama, ma perché è stato pensato oltre dieci anni fa per trovare un senso, forse, nel 2026.
D’altronde, questa infrastruttura con oltre 130 posti per le auto e 3 stalli per i bus, nasce sotto i migliori auspici ma non proprio sotto una buona stella. Primo fra tutti il problema legato all’ingresso del parcheggio che, affacciandosi su una strada provinciale, non rispettava pienamente i parametri del decreto n°285 del 1992 e doveva dunque essere modificato. Modifica che non sarebbe più stata necessaria se quel tratto di strada fosse diventato di pertinenza comunale, dal momento che le strade urbane presentano vincoli meno stringenti rispetto a quelle provinciali. Inizia allora il rimpallo tra Enti e l’agibilità del parcheggio resta al palo. Poi si adottano delle migliorie e dei provvedimenti per aderire alle conformità: il parcheggio può così tornare ad essere utilizzato.
Bisogna però aspettare agosto 2016 perché la struttura, in concomitanza con gli eventi in calendario all’anfiteatro, venga riaperta. Poi di nuovo vengono chiusi i battenti e soltanto meno di un anno fa sono stati verificati gli anelli di sicurezza ed effettuati nuovi controlli e collaudi. Il parcheggio viene ancora richiamato al suo lavoro durante gli appuntamenti in calendario per il Ferragosto di quest’anno per poi tornare di nuovo nel suo inesorabile letargo.
La struttura che avrebbe dovuto essere l’emblema della ripresa e del rilancio del centro storico di Rossano, ad oggi incarna, purtroppo, la parabola discendente di una parte della città che gradualmente sembra perdere pezzi. Il parcheggio era stato pensato per offrire quanto più spazio possibile agli utenti del tribunale, avrebbe dovuto ospitare le macchine dei tanti spettatori attratti da una programmazione di eventi all’anfiteatro degna di nota e avrebbe dovuto sviluppare quello che in gergo si chiama albergo diffuso.
Già, perché ricordiamoci: Rossano è la città del Codex, ha conosciuto i fasti della cultura Bizantina, occupa una posizione invidiabile fra mare e montagna e si distingue per la produzione di eccellenze apprezzate in tutta Italia. Quel parcheggio, realizzato grazie ai fondi (tanti!) erogati per i progetti per l’integrazione dello sviluppo urbano, è lo spettro di quello che Rossano sarebbe potuta diventare piuttosto che restare una città arroccata e chiusa nel suo “splendido” isolamento.
Invece succede che il tribunale viene trasferito a Castrovillari, che le iniziative organizzate all’anfiteatro sono davvero poche e che questo parcheggio, per anni chiuso e inutilizzato, di recente viene aperto una volta ogni morte di Papa. Eppure, nel momento in cui è stato proposto, il progetto doveva essere il volano di tutto: di un centro storico più unito allo Scalo, di una città d’arte e cultura che avesse lo spazio per accogliere i turisti e che sapesse difendere, con le unghie e con i denti, il suo tribunale.
Per il parcheggio di Sant’Antonio è arrivato il momento dei play off: Cittadella dello Sport, salvaci tu!