10 minuti fa:A Corigliano-Rossano nasce Risea: un presidio sicuro per le donne vittima di violenza
2 ore fa:Scandalo a Catania: Baby Gang mostra video di Niko Pandetta detenuto a Rossano
18 ore fa:Dalle aule del Liceo a piazza San Pietro: sei universitari rossanesi si ritrovano per il Conclave
2 ore fa:Il Moscato al Governo di Saracena protagonista dell'evento Slow Fish - I sapori della Calabria d'a... mare
3 ore fa:Il Circolo culturale Zanotti Bianco di Crosia ricorda in un convegno gli "80 anni dalla liberazione"
1 ora fa:Clientelismo made in Sud: il saggio di Felicetti riapre la ferita della Questione Meridionale
5 ore fa:Sabato 10 maggio verrà consegnata a Trebisacce la bandiera de "I Borghi più belli d'Italia"
4 ore fa:Calabria Alza la Testa! Anche le Lampare aderiscono alla manifestazione di Catanzaro
1 ora fa:Stabilizzazione dei Tirocinanti Calabresi: sindaci uniti in un fronte costruttivo
6 ore fa:Co-Ro, riparte la 20^ edizione de "La Città della musica" con Elvira Maria Iannuzzi e Alessandro Panatteri

L'iniziativa Puliamo il Mondo 2022 si è trasformata in un incubo: Co-Ro è una discarica a cielo aperto

2 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Mentre la città brucia tra l'odore acre della monnezza, c'è chi prova a rimboccarsi le maniche per porre un argine alla dilagante avanzata dei rifiuti.

La giornata dedicata all’iniziativa “Puliamo il Mondo” è diventata un vero incubo per i volontari di Legambiente di Corigliano-Rossano che si sono trovati ad impattare contro una realtà nelle premesse inimmaginabile: il territorio è diventato una grande discarica a cielo aperto. Non solo nei centri urbani ma anche nelle contrade più periferiche e quelle montane. A campeggiare in questo “sistema malato” sono l’ormai totale assenza di una politica per i rifiuti e la inciviltà imperante di pochi (che purtroppo sono sempre di più).

È duro, durissimo, il resoconto tracciato dai volontari di Legambiente al termine di Puliamo il Mondo 2022 e che quest’anno ha visto al centro tre luoghi emblematici della città all’interno dell’area urbana rossanese: la fontana di piazza Gaetano Noce (località Traforo), la fontana di Contrada Pantasima e quella di contrada Piana dei Venti. Tutti luoghi solitamente frequentatissimi da quanti si recano qui per approvvigionarsi d’acqua.

«Mai e poi mai – si legge nella nota del cigno verde - ci saremmo aspettati di trovare lo spettacolo indecoroso, indecente, inammissibile, deplorevole… vergognoso!»

Un elenco random e non esaustivo: tappi di bottiglie, anelli di bottiglie, bottiglie di plastica vuote, damigiane di plastica, damigiane di vetro spaccate, una quantità indefinita di bottiglie di vetro (birra), un passeggino, imballaggi di cibo, microplastiche ormai interrate, difficilissime da ripulire.

Insomma, vere e proprie discariche a cielo aperto che si alimentano grazie all’inciviltà dei lordazzi e per colpa di un’ormai cronica assenza di controllo del territorio.

«Ad un certo punto – continua il racconto dei volontari - abbiamo smesso di contare i rifiuti, e i sacchi che man mano chiudevamo. Ma è normale – si chiedono - trovarsi di fronte ad aspirapolveri, vestiario di varia tipologia, confezioni integre di cibo, in alcuni casi confezioni Aiuto UE, mascherine FFP2 e chirurgiche, materiali inerti, buttati lì?»

Il racconto continua con un episodio che, di fatto, rappresenta un’altra vergogna nella vergogna, e consolida – purtroppo – la consapevolezza di una terra che ancora non ha imparato ad amarsi e dove regna una inciviltà per tutti incomprensibile.

«Abbiamo incontrato dei turisti tedeschi – dicono ancora i volontari ambientalisti - che ci hanno regalato dei guanti più resistenti e ci chiedevano, indicando le postazioni della raccolta differenziata presenti nel piazzale Ma perché la gente non butta la spazzatura in quei box lì ?”» «Perchè siamo brutte persone. Ecco perché!» Il commento è lapidario e durissimo ma appare sciaguratamente senza appello.

«In Contrada Piana dei Venti – aggiungono - i cestini della raccolta posizionati accanto alla fontana, sono stati bruciati. Quindi, spazzatura nel bosco e spazzatura bruciata. Non è necessario sottolineare ancora una volta che il quadro rifiuti è di quelli che fanno gridare all'ennesima emergenza».

Una condizione che ovviamente non esula da colpe la pubblica amministrazione, anzi la trascina nel tourbillon della polemica con mani e piedi. Anche perché se da un lato l’inciviltà regna sovrana, dall’altra chi dovrebbe arginare il fenomeno dell’abbandono indiscriminato dei rifiuti, sembra essersi fatto travolgere dagli eventi. Contro l’emergenza rifiuti non c’è una strategia, non c’è una visione, non ci sono politiche d’impatto e – dicevamo – non ci sono controlli.

«L’ennesima saturazione dell’impianto di Bucita – sottolineano da Legambiente -  è un edema che si ripresenta, ciclicamente. L’inciviltà dei cittadini viaggia di pari passo con un problema culturale, di atti gravissimi ai danni dell’ambiente, e offensivi nei confronti di tutti i cittadini corretti.  All’emergenza rifiuti e all’emergenza maleducazione è necessario dichiarare tolleranza zero. Con l’uso dell’installazione delle telecamere nei luoghi più “appetibili” a chi non ha nessuna intenzione di preservare l’ambiente. Sappiamo che non basterà. È necessario – dicono ancora da Legambiente - che il Comune attivi tavoli di confronto con le Associazioni e gli Enti preposti, finalizzati ad un nuovo sistema di conferimento, smaltimento, e trattamento rifiuti, adeguato alle esigenze della cittadinanza e dell'ambiente».

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.