L'iniziativa Puliamo il Mondo 2022 si è trasformata in un incubo: Co-Ro è una discarica a cielo aperto
Sono shoccati i volontari di Legambiente per la qualità di rifiuti e inciviltà che hanno riscontrato sul territorio: «Mai ci saremmo aspettati uno spettacolo così indecente». Mentre i turisti stranieri restano stupefatti
CORIGLIANO-ROSSANO – Mentre la città brucia tra l'odore acre della monnezza, c'è chi prova a rimboccarsi le maniche per porre un argine alla dilagante avanzata dei rifiuti.
La giornata dedicata all’iniziativa “Puliamo il Mondo” è diventata un vero incubo per i volontari di Legambiente di Corigliano-Rossano che si sono trovati ad impattare contro una realtà nelle premesse inimmaginabile: il territorio è diventato una grande discarica a cielo aperto. Non solo nei centri urbani ma anche nelle contrade più periferiche e quelle montane. A campeggiare in questo “sistema malato” sono l’ormai totale assenza di una politica per i rifiuti e la inciviltà imperante di pochi (che purtroppo sono sempre di più).
È duro, durissimo, il resoconto tracciato dai volontari di Legambiente al termine di Puliamo il Mondo 2022 e che quest’anno ha visto al centro tre luoghi emblematici della città all’interno dell’area urbana rossanese: la fontana di piazza Gaetano Noce (località Traforo), la fontana di Contrada Pantasima e quella di contrada Piana dei Venti. Tutti luoghi solitamente frequentatissimi da quanti si recano qui per approvvigionarsi d’acqua.
«Mai e poi mai – si legge nella nota del cigno verde - ci saremmo aspettati di trovare lo spettacolo indecoroso, indecente, inammissibile, deplorevole… vergognoso!»
Un elenco random e non esaustivo: tappi di bottiglie, anelli di bottiglie, bottiglie di plastica vuote, damigiane di plastica, damigiane di vetro spaccate, una quantità indefinita di bottiglie di vetro (birra), un passeggino, imballaggi di cibo, microplastiche ormai interrate, difficilissime da ripulire.
Insomma, vere e proprie discariche a cielo aperto che si alimentano grazie all’inciviltà dei lordazzi e per colpa di un’ormai cronica assenza di controllo del territorio.
«Ad un certo punto – continua il racconto dei volontari - abbiamo smesso di contare i rifiuti, e i sacchi che man mano chiudevamo. Ma è normale – si chiedono - trovarsi di fronte ad aspirapolveri, vestiario di varia tipologia, confezioni integre di cibo, in alcuni casi confezioni Aiuto UE, mascherine FFP2 e chirurgiche, materiali inerti, buttati lì?»
Il racconto continua con un episodio che, di fatto, rappresenta un’altra vergogna nella vergogna, e consolida – purtroppo – la consapevolezza di una terra che ancora non ha imparato ad amarsi e dove regna una inciviltà per tutti incomprensibile.
«Abbiamo incontrato dei turisti tedeschi – dicono ancora i volontari ambientalisti - che ci hanno regalato dei guanti più resistenti e ci chiedevano, indicando le postazioni della raccolta differenziata presenti nel piazzale “Ma perché la gente non butta la spazzatura in quei box lì ?”» «Perchè siamo brutte persone. Ecco perché!» Il commento è lapidario e durissimo ma appare sciaguratamente senza appello.
«In Contrada Piana dei Venti – aggiungono - i cestini della raccolta posizionati accanto alla fontana, sono stati bruciati. Quindi, spazzatura nel bosco e spazzatura bruciata. Non è necessario sottolineare ancora una volta che il quadro rifiuti è di quelli che fanno gridare all'ennesima emergenza».
Una condizione che ovviamente non esula da colpe la pubblica amministrazione, anzi la trascina nel tourbillon della polemica con mani e piedi. Anche perché se da un lato l’inciviltà regna sovrana, dall’altra chi dovrebbe arginare il fenomeno dell’abbandono indiscriminato dei rifiuti, sembra essersi fatto travolgere dagli eventi. Contro l’emergenza rifiuti non c’è una strategia, non c’è una visione, non ci sono politiche d’impatto e – dicevamo – non ci sono controlli.
«L’ennesima saturazione dell’impianto di Bucita – sottolineano da Legambiente - è un edema che si ripresenta, ciclicamente. L’inciviltà dei cittadini viaggia di pari passo con un problema culturale, di atti gravissimi ai danni dell’ambiente, e offensivi nei confronti di tutti i cittadini corretti. All’emergenza rifiuti e all’emergenza maleducazione è necessario dichiarare tolleranza zero. Con l’uso dell’installazione delle telecamere nei luoghi più “appetibili” a chi non ha nessuna intenzione di preservare l’ambiente. Sappiamo che non basterà. È necessario – dicono ancora da Legambiente - che il Comune attivi tavoli di confronto con le Associazioni e gli Enti preposti, finalizzati ad un nuovo sistema di conferimento, smaltimento, e trattamento rifiuti, adeguato alle esigenze della cittadinanza e dell'ambiente».