Lunedì inizia il fermo pesca di un mese: una tegola per la marineria di Schiavonea già piegata dalla crisi
Le scelte assurde della politica continuano a strozzare la piccola-media impresa. Nella Sibaritide e a Corigliano-Rossano attorno al settore ittico vivono centinaia di famiglie ridotte allo stremo. La denuncia di Salvatore Martilotti
CORIGLIANO-ROSSANO - Non sono bastati due anni di emergenza pandemica. Non è bastata una guerra assurda e i suoi effetti che ridurranno in macerie l'economia familiare italiana. Ad aggravare l'ordine delle cose che da due anni e mezzo sembra avere un moto contrario rispetto alla normalità si ci mettono anche le normative. Alle quali non si riesce a dare deroghe nemmeno in momento di profonda crisi. Dal prossimo lunedì 5 settembre e fino a martedì 4 ottobre il mondo ittico dovrà fermarsi per il fermo pesca stagionale. Questo avviene in un momento in cui molte marinerie, compresa quella di Schiavonea, sono state ferme nel periodo tra la tarda primavera e l'inizio dell'estate a causa del caro gasolio. Uno stop lunghissimo e forzato per i pescatori, durato più di un mese e durante il quale gli operatori ittici non hanno guadagnato nulla. Ora, alla sciagura imprevista di qualche mese fa se ne aggiunge un'altra: quella delle normative.
Il mondo della pesca è allo stremo. Molti armatori stanno pensando di abbandonare il settore. Tantissime famiglie che vivono attorno a questo mondo sono in bilico tra crisi e la fame. Sono necessari interventi urgenti e risolutivi che mirino a bypassare questo momento difficile che è sia per la pesca d'altura ma anche per i piccoli pescatori costieri, salassati dai costi di gestione del loro settore.
A riportare l'attenzione su questo problema che a Corigliano-Rossano riguarda centinaia di famiglie, interessate direttamente dalla crisi della pesca, e da una platea ancora più ampia rappresentata dall'indotto e dai consumatori, è Salvatore Martilotti (In foto), presidente del Comitato pescatori Calabria. Che attacca subito la Regione Calabria, incapace di provvedimenti risolutivi.
«ll settore della pesca - dice Martiolotti - è in grave difficoltà e, al di là degli interventi a sostegno messi in atto Ministero della Pesca, dell'Agricoltura e della Forestazione, solo la Regione Calabria, nel panorama delle regioni costiere italiane, ancora alla data odierna non è intervenuta con nessuna azione a sostegno della pesca. Considerata - aggiunge - la grave crisi che attanaglia la flotta da pesca calabrese per via del caro gasolio».
Nonostante tutto - dicevamo - non si è riusciti a dare una deroga al fermo pesca obbligatorio 2022 nei due mari calabresi. «Come è noto - precisa il presidente del Comitato pescatori Calabria - il fermo biologico della pesca, è imposto ogni anno dal Ministero per permettere alla risorsa ittica di riprodursi. Non si potrà pescare fino al 4 ottobre, ma la presenza sulle tavole del prodotto fresco - ricorda Martilotti - rimane garantita dalla piccola pesca artigianale che continua l’attività di pesca pur in presenza della grave crisi».
Ma è una "mezza gioia". Perché il pesce fresco ci sarà ma non sarà per tutti! «I prezzi - avverte ancora il rappresentante dei pescatori - potrebbero salire per l’aumento esponenziale dei costi operativi delle nostre micro-imprese di pesca, ma anche per via della diminuzione della quantità, che si farà sentire soprattutto a Schiavonea, Cariati, Crotone, Catanzaro Lido, Roccella Jonica Bagnara Calabra, Gioia Tauro, Vibo Marina e Cetraro dove la flotta di motopescherecci a strascico è ben più corposa».
Non c'è solo, però, il fermo pesca a rastrellare il mondo ittico. Proprio la flotta a strascico regionale, infatti, dovrà continuare ad osservare fino 31 dicembre giornate di fermo pesca aggiuntivo obbligatorie che per la maggioranza della flotta arrivano fino a 54 giornate così come voluto dall'Unione Europa.
Insomma, ai quasi 40 giorni di fermo dovuti al caro gasolio prima dell'estate e ai prossimi 30 giorni di fermo pesca biologico chiesti dal Governo se ne dovranno aggiungere altri 24, voluti questa volta dall'Europa, si arriverà a quasi 100 giorni di fermo su circa 250 giorni effettivi l'anno.
«Serve una svolta -conclude Salvatore Martilotti – per avviare una serie programmazione in linea con quella dell’Unione europea e nazionale governata dalla legge regionale di settore (L.R. n.27/2004) per “ottimizzare gli strumenti comunitari pesca”, a partire dai Flag nella nuova programmazione UE 2021/2027 con priorità l’accesso al credito alle imprese di pesca e all’organizzazione dei servizi pesca nei punti di sbarco obbligatori per la UE. Tuttavia, per assicurare una ripresa dell’attività serve puntare su innovazione e diversificazione per accompagnare il settore verso lo sviluppo possibile in modalità inter-settoriale con un agire legale per tutelare e difendere gli interessi sociali ed economici dei pescatori e delle imprese di pesca»