Oscar alla femminilità calabrese assegnato alla tenace Francesca Genovese
Calabrese doc e consigliere nazionale dell'Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, Francesca è la testimonianza del coraggio delle donne di Calabria
CORIGLIANO-ROSSANO - Una serata ricca di emozioni, solidarietà e tematiche sociali quella della “U Sciammisciu d’oro” in cui sono stati consegnati gli l’Oscar alla femminilità calabrese, giunto alla sua IX edizione. Una delle dodici statuette, infatti, è stata assegnata a Francesca Genovese, consigliere nazionale AISLA, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica. Calabrese doc, Francesca è la testimonianza del coraggio delle donne, di quelle capaci di attraversare la vita e di ricostruirla, nonostante tutto, nonostante la Sla.
Il premio, fortemente voluto da Silvana Ruggiero, fondatrice e presidente dell’Associazione A.GE.S.S. è intitolato “Sciammisciu”, il nome della caratteristica camicetta delle “Bagnarote” che, assieme alle saje (gonna), è divenuto l’abbigliamento storico di questa donna famosa per la sua intraprendenza e forza.
Un premio, dunque, dedicato alle straordinarie donne calabresi, che hanno lasciato un segno profondo nella storia culturale, politica e sociale della regione e anche nel nostro Paese. AISLA esprime orgoglio per il riconoscimento assegnato a Francesca Genovese, fondamentale riferimento per tutta l’associazione e consigliere nazionale.
L’impegno tenace di Francesca Genovese ci ricorda il valore di una società che dovrebbe prendere sempre più coscienza delle proprie fragilità e con le quali avviare un confronto costante e attento. Ciascuno nel proprio ruolo, deve fare la sua parte per una ‘società della cura’ che sia capace di rispondere concretamente al bisogno di cura di malattie complesse, come la Sla, garantendo alle famiglie il diritto ad una adeguata assistenza sanitaria e sociale.
«Percorsi oggi quasi inesistenti in Calabria, ma che ci auguriamo incontrino nuova consapevolezza e attenzione – dichiara Francesca Genovese, consigliere nazionale di AISLA, che prosegue – La Sla ha scelto “noi” quando ha colpito Maurizio, mio marito. Eravamo una giovane coppia appena sposata ed in attesa del primo figlio. Lui appena trentenne ed io poco meno. La vita, comunque si presenti, non è una barca con le vele ammainate. Una barca per sua natura anela al mare e a questo mare della vita il sistema sanitario e sociale deve garantire tutta la cura e l’attenzione necessaria. È per questo che continuo a stare al fianco dei miei amici nella loro personale battaglia quotidiana e nel ricordo del mio angelo speciale».
Era il 2013 quando, a soli 36 anni, la Sla sconfigge Maurizio Casadidio, simbolo straordinario di forza e coraggio, Maurizio era un combattente puro, impegnato nel sociale come presidente della sezione reggina di AISLA, da sempre affiancato amorevolmente da Francesca, una donna e moglie straordinaria, e dal suo fantastico figlio Andrea. Maurizio, romano e romanista convinto, si può considerare un vero e proprio eroe, per aver intrapreso una coraggiosa battaglia per i diritti degli ammalati calabresi.
«Il nostro obiettivo – ha scritto Maurizio in una commovente lettera diffusa nel 2012 in occasione dell’inaugurazione della sede Aisla di Reggio Calabria – è di dare a questa sezione il senso che merita e cioè far di tutto per ridurre l’isolamento e l’abbandono delle famiglie con i malati di Sla. La sclerosi laterale amiotrofica è una malattia inguaribile ma non incurabile. Anzi, proprio perché attualmente non esistono farmaci in grado di arrestare la progressione della malattia, è necessario garantire ai pazienti un percorso di cura e assistenza continuo e progressivo e una qualità della vita più alta possibile».
L’opera di Maurizio prosegue grazie ai tanti amici che lo hanno accompagnato in questa crociata, ma il vero cuore pulsante rimane Francesca che ha continuato con lo stesso amore e coraggio, creando presidi di riferimento in tutta la Calabria ed è da anni anche Consigliere Nazionale di AISLA.
(fonte comunicato stampa)