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Dai viaggi agli elettrodomestici, la criptovaluta conquista sempre più calabresi

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CORIGLIANO-ROSSANO – Sempre più spesso si sente parlare di criptovaluta e molti calabresi investono i propri risparmi in questo mercato particolare, in via di grande espansione. Tanti residenti dell’area della Sibaritide confermano che, se si investe con accuratezza, i guadagni sono notevoli.

Approfondiamo perciò l’argomento che coinvolge e attrae ormai tantissime persone che hanno già acquistato e che potenzialmente possono acquistare beni dall’altra parte del mondo, come a Dubai ad esempio, che è tra i centri più gettonati o anche viaggi, ticket ed elettrodomestici.

Così come suggerisce il nome, la valuta “nascosta” è totalmente virtuale, o meglio, è visibile e resa utilizzabile solo attraverso un codice informatico, la cosiddetta chiave di accesso.

Il fenomeno finanziario nasce e si nutre grazie alla diffusione dell’uso di internet ed è virtuale in quanto la moneta di scambio non è cartacea o metallica.

Tra le criptovalute più diffuse e di cui si sente di più parlare c’è il bitcoin, creato da Satoshi Nakamoto, di cui non si sa se sia una persona fisica o un gruppo di persone, che è una moneta virtuale biridezionale in quanto può essere facilmente convertita con le principali valute ufficiali e viceversa.

Lo scambio tra chi vende e chi compra beni e/o servizi, avviene sempre con il consenso delle parti attraverso il metodo peer to peer, direttamente tra due dispositivi senza intermediari, con gli stessi effetti di acquisto e vendita che si hanno in una normale transazione considerata legale.

Gli investimenti effettuati con le monete virtuali hanno alcune caratteristiche importanti da conoscere: la presenza di un libro mastro che registra l’iter delle transazioni effettuate, il protocollo a cui bisogna attenersi per effettuare le operazioni e una rete decentralizzata di partecipanti.

Visto il numero di investitori sempre crescente dell’Alto Jonio cosentino e le numerose truffe denunciate alla Guarda di Finanza a livello nazionale, è bene seguire le raccomandazioni della Consob, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa nata per tutelare gli investitori mobiliari: «Le monete virtuali non hanno corso legale in quasi nessun angolo del pianeta e dunque l'accettazione come mezzo di pagamento è su base volontaria;  non sono regolate da enti centrali governativi, ma sono generalmente emesse e controllate dall'ente emittente secondo regole proprie, a cui i membri della comunità di riferimento accettano di aderire; ci sono Stati che hanno deciso di sperimentare, sotto il proprio controllo, l'utilizzo di moneta virtuale nei propri Paesi (es. l'Uruguay con l'e-peso) o ne hanno annunciato il loro utilizzo senza che però si abbiano maggiori informazioni al riguardo (es. il Venezuela con il Petro) o, ancora, che abbiano in cantiere iniziative al riguardo (es. Estonia e Svezia)».

Infine soppesando in modo sintetico i pro e i contro dell’utilizzo delle criptovalute, possiamo affermare che se queste si sottraggono agli incentivi di banche e Stati sovrani considerati controproducenti dal mercato finanziario ai fini del guadagno per gli investitori, è comunque considerato il metodo finanziario più in auge per il riciclaggio di capitali sporchi.

«In un contesto di assenza di obblighi informativi e di regole di trasparenza, le piattaforme di scambio sono altresì esposte a elevati rischi operativi e di sicurezza: esse, infatti, a differenza degli intermediari autorizzati, non sono tenute ad alcuna garanzia di qualità del servizio, né devono rispettare requisiti patrimoniali o procedure di controllo interno e gestione dei rischi, con conseguente elevata probabilità di frodi ed esposizione al cybercrime – affermano dalla Consob - Sussistono, inoltre, rischi di controparte, di mercato, di liquidità e di esecuzione. Priva di ogni garanzia è d'altronde la futura possibilità di un'immediata conversione dei bitcoin e delle altre criptovalute in moneta ufficiale a prezzi di mercato».

Per cui se le autorità giudiziarie sono in allerta sui trasferimenti e l’utilizzo di criptovaluta nel dark web o per i reati finanziari transfrontalieri, la maggior parte degli esperti di finanza e le banche, anche se con diffidenza, sono del parere tuttavia, di non soffocare oltremodo l'innovazione. Come? Mettendo in campo “regolatori” di controllo, soprattutto internazionali, che siano efficaci e a tutela di chi investe nel mondo virtuale, con moneta virtuale.

 

 

Francesca Sapia
Autore: Francesca Sapia

Ha due lauree: una in Scienze politiche e relazioni internazionali, l'altra in Intelligence e analisi del rischio. Una persona poliedrica e dall'animo artistico. Ha curato le rassegne di arti e cultura per diversi Comuni e ancora oggi è promotrice di tanti eventi di arti visive