Alfonso Agnino, il cardiochirurgo di origini calabresi registra un altro primato internazionale
Il responsabile della Cardiochirurgia Robotica dell’ospedale Humanitas-Gavazzeni ha eseguito un'operazione di bypass coronarico, a cuore battente utilizzando occhiali a tecnologia militare, gli smartglasses

CORIGLIANO-ROSSANO - L’Intelligenza Artificiale si fa sempre più strada all’interno della sanità italiana che, tiene il passo con gli standard mondiali, anche attraverso l’instancabile lavoro di ricercatori, scienziati e medici.
Tra questi spicca Alfonso Agnino cardiochirurgo di origini calabresi, responsabile della Cardiochirurgia Robotica dell’ospedale Humanitas-Gavazzeni di Bergamo, che già nel 2021 aveva eseguito il primo intervento di cardiochirurgia robotica d’Europa in telementoring, vale a dire in collegamento con l’Universita’ di Rennes.
Alla ribalta della cronaca il professor Agnino è ritornato per un altro primato, questa volta mondiale, in quanto ha eseguito il primo intervento di cardiochirurgia utilizzando gli smartglasses, gli occhiali provenienti dalla tecnologia militare, utilizzati insieme al robot “Da Vinci” per un intervento di bypass coronarico, a cuore battente, in regime di cardiochirurgia robotica.
L’operazione eseguita dal chirurgo originario dello Jonio cosentino, in collegamento attraverso piattaforma digitale dedicata, con il professor Wouter Oosterlink, da Leuven, seduto nel suo studio dell’Università “Sacro Cuore” della città belga.
Il paziente è stato estubato in sala operatoria ed il decorso si è presentato privo di complicanze.
«Si è generata un’interazione immediata, costante e concreta – spiega Agnino – in tempo e in modalità sincrona sotto tutto i punti di vista, tranne forse quello materiale, ma direi nemmeno. Il prof. Oosterlink è stato, infatti, “percepito” anche come fisicamente presente in sala operatoria, materializzato appunto in un ologramma proiettato all’interno del visore. Davvero così. È stata un’operazione in un certo senso storica, che ha messo in comunicazione diretta professionisti della cardiochirurgia distanti migliaia di km, attraverso l’interazione dei più sofisticati sistemi tecnologici oggi a nostra disposizione, gli smartglasses e il robot. Una soluzione al limite del nostro mondo virtuale, con la materializzazione del professionista esterno, risultato partecipe attivo dell’intervento e del nostro impiego dei joystick della consolle del robot. Da qui a breve, ci attendiamo un’altra rivoluzione: la capacità di prendere in mano le manovre del robot da un altro robot gemello che potrà così “operare” da un’altra parte del mondo. Sarà presto realtà, dunque, la possibilità di fare operazioni a 4 mani, anzi a 8, considerando i 2 joystick disponibili per ogni robot, con le sue\nostre mani bioniche capaci di ‘manovre’ perfette, come ruotare a 360 gradi senza alcun tremolio, con una precisione assoluta che permette anche di invertire le mani, con la destra come fosse la sinistra e viceversa. La rivoluzione è epocale, e non solo pratica, chirurgica, interventistica, quanto anche di metodologia e di teaching, di formazione e insegnamento. Noi medici abbiamo l’obbligo morale, ancor prima che istituzionale, di formare le nuove generazioni che un domani saranno chiamate a curare noi, i nostri figli, i nostri nipoti. Sono enormi anche in questo senso le prospettive e le opportunità che questa nuova tecnologia potrà offrire in termini di apprendimento, formazione, specializzazione».