La partita con mamma e papà: i figli dei detenuti incontrano i genitori per una giornata di spot e socialità
La manifestazione si è tenuta ieri nel campo sportivo polivante della casa circondariale "Sisca" di Castrovillari ed è stata organizzata dall'amministrazione carceraria in collaborazione di BambiniSenzaSbarre
CASTROVILLARI - Il campo sportivo polivalente della casa circondariale "Sisca" di Castrovillari ieri mattina ha ospitato l'iniziativa "la partita con papa" - "la partita con la mamma", manifestazione ideata dall'associazione nazionale BambiniSenzaSbarre, che da 19 anni si occupa della di genitorialità in carcere, in collaborazione con il ministero della Giustizia e il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.
L'iniziativa, che si inserisce nella campagna nazionale "carceri aperte" che ha come obiettivo la cura e il miglioramento delle relazioni familiari e in particolar modo la cura dei rapporti genitori detenuti/figli, ha coinvolto i figli dei detenuti e delle detenute, circa una trentina di ragazzi, che hanno disputato una partita contro gli allievi della scuola calcio Domenico Franco di Castrovillari.
«La particolarità di oggi - ha detto il direttore del carcere di Castrovillari, Giuseppe Carrà - è che abbiamo coinvolto anche le mamme detenute e non solo i papà, quindi, Castrovillari sotto questo aspetto è veramente all'avanguardia. Forse è l'unica iniziativa del genere, in tutta la Calabria. Oggi, grazie all'associazione BambiniSenzaSbarre onlus e ai volontari delle associazioni Anpana e Croce Rossa Italiana, che partecipano e ci supportano, abbiamo organizzato questa partita. L'altra particolarità - ha aggiunto Carrà - è che non sono i detenuti a giocare, ma sono i loro figli arrivati da tutta Italia e che si
confrontano non tra loro ma con gli allievi una scuola calcio locale che ha dato la sua disponibilità e che ringraziamo. La manifestazione odierna ha un duplice obiettivo: da un lato i figli delle detenute e dei detenuti hanno questa prospettiva di agganciarsi alla società esterna, dall'altro i detenuti e le detenute vedono i loro figli crescere in un contesto di normalità, essere apprezzati ed essere integrati, quindi, con la possibilità di avere un futuro di normalità, una volta cresciuti».