12 ore fa:Ripartono i lavori dell'ospedale della Sibaritide, Forza Italia Co-Ro: «Occhiuto ha individuato le risorse»
5 minuti fa:Tutto pronto a Civita per le Vallje
14 ore fa:Operazione Athena, annullata l'ordinanza per Luca Laino
13 ore fa:Processioni dei misteri, il Comune di Co-Ro ha emanato le ordinanze per la disciplina del transito veicolare
2 ore fa:Poste Italiane, da martedì 2 aprile in pagamento le pensioni
12 ore fa:A Lauropoli l'installazione de "L’ultima cena" dell’artista concettuale Enzo Palazzo
13 ore fa:Unioncamere Calabria, oggi il roadshow “Infrastrutture e intermodalità: leve competitive per gli imprenditori calabresi”
1 ora fa:Medicina all'Unical, dal 3 aprile partono le iscrizioni al test di ammissione
3 ore fa:Le Congrè, la Processione dei Misteri e i riti secolari del Venerdì Santo
14 ore fa:Riaperto (finalmente) al traffico veicolare il Ponte Saraceno a Trebisacce

"Scoperto" il volto di Sagittarius A*, il buco nero al centro della Via Lattea: nel team uno scienziato calabrese

1 minuti di lettura

CALABRIA - C’è un pezzo di Calabria nella prima foto del buco nero che si trova al centro della nostra Galassia. Per riuscire nell’impresa è stato infatti fondamentale il contributo di Alma, l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array, il più potente radiotelescopio esistente, che dal deserto di Atacama, in Cile, scruta il cosmo in banda radio a lunghezze d’onda millimetriche e submillimetriche.

L’Italia partecipa ad Alma attraverso l’Eso, lo European Southern Observatory, e ospita il nodo italiano del centro regionale europeo Alma presso la sede dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) di Bologna. «Questa scoperta - dichiara infatti il ministro dell’Università e della Ricerca Cristina Messa - dimostra come le reti collaborative di ricerca internazionale siano fondamentali per il progresso di tutti e come sia importante per l’Italia farne parte investendo, in modo continuo e stabile negli anni, in grandi infrastrutture di ricerca e di dati, per rafforzarle e implementarle sempre di più, e di come si debba fare uno sforzo per preservare queste reti anche in momenti di crisi».

Inoltre, nella collaborazione Event Horizon Telescope (Eht) spiccano diversi nomi di ricercatori legati al nostro paese. E tra questi c’è Rocco Lico, originario di Mileto, in provincia di Vibo Valentia, ricercatore presso l’Instituto de Astrofísica de Andalucía, in Spagna, e associato all’Inaf. Nella collaborazione Eht svolge un ruolo attivo nel gruppo di lavoro “Imaging”, partecipando a tutte le fasi del processo di elaborazione delle immagini.

«Oltre a sviluppare nuovi strumenti per realizzare l’immagine di Sgr A*, il team ha prodotto milioni di immagini con diverse combinazioni di parametri per i vari algoritmi di imaging, usando grandi infrastrutture di calcolo», ha spiegato Lico al sito dell’Istituto nazionale di astrofisica. «In questo processo, è stata anche compilata una biblioteca senza precedenti di buchi neri simulati da confrontare con le osservazioni».

Siamo di fronte a una nuova immagine storica per la nostra conoscenza dell’Universo. Tre anni dopo quella di M87, possiamo vedere un'altra “foto” di un buco nero: quello al centro della Via Lattea. Questa volta si tratta di una ripresa per certi versi più emozionante, perché si tratta del “nostro” gigante supermassivo, quello insomma che siede nel cuore della nostra galassia. Sagittarius A* ha finalmente un volto, o meglio, un’ombra, disegnata dai gas incandescenti che orbitano attorno al suo pozzo nero.

(Fonte corrieredellacalabria, repubblica)

Veronica Gradilone
Autore: Veronica Gradilone

26 anni. Laurea bis in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Mi piace raccontare le storie, non mi piace raccontare la mia