Molte donne calabresi denunciano casi di violenza ostetrica
Dalle testimonianze delle partorienti raccolte e pubblicate sul report dell'Oms emerge un quadro allarmante di abusi, soprattutto al sud, la Calabria tra le regioni con numeri più alti
CORIGLIANO-ROSSANO – La violenza ostetrica, espressione con cui si indica la violazione dei diritti delle donne durante l’assistenza al parto, in gravidanza e nel post-parto sta diventando un vero e proprio problema anche in Italia.
I dati specifici riferiti al nostro paese, pubblicati su International Journal of Gynecology & Obstetrics, riguardano uno studio che ha incluso 4.824 donne, che hanno partorito in una struttura italiana dal 1° marzo 2020 al 29 febbraio 2021, ed hanno risposto a un questionario online che includeva 40 misure di qualità basate sugli standard dell'Oms.
Il risultato non è dei migliori, infatti secondo l’analisi pubblicata dall’Istituto Burlo di Trieste, che collabora con l’Oms in merito a questa ricerca, risulta che il 12,7% delle mamme che ha partorito in pandemia ha denunciato abusi, il 24% ha dichiarato di non essere stato trattato con dignità. La manovra di Kresteller è stata praticata nel 68% dei casi, l’episiotomia nel 19,6%, con punte del 48,5% in Calabria. Grandi le disparità di trattamento tra Nord e Sud.
Proprio sul tasso mediano di episiotomia, l’incisione chirurgica per allargare l’apertura vaginale, sconsigliata dall’Oms come pratica di routine, si riscontra più disparità di trattamento tra il nord e sud, dove si sono toccate punte molto più alte.
E ancora, entrando nello specifico: sul campione di donne che hanno subito il travaglio, 1.722 (43,3%) non hanno ricevuto sollievo dal dolore durante il travaglio, con frequenze che vanno dal 26,7% in Sardegna all'81,7% in Calabria, per poi passare alle 1.255 donne (il 31,5%) che non hanno ricevuto attenzioni immediate quando necessario, il 22,4% in Veneto al 51,2% in Calabria.
Per quanto riguarda la pressione del fondo uterino, la cosiddetta manovra di Kresteller, la frequenza riportata varia dal 50,0% in Emilia-Romagna e Liguria, addirittura al 100% nelle Marche e in Calabria.
(fonte foto: epistemia Instagram@ostetricaginevraruggerone)