Carenza di medici e strade da incubo: per la Sibaritide necessario servizio elisoccorso h24
Viaggio nella rete di soccorso aerea calabrese. «C’è solo una pista notturna ma è insufficiente». Parla il responsabile della centrale operativa del 118 Borselli. Nella Sibaritide-Pollino più elicotteri per far fronte alle tante defezioni sanitarie
CORIGLIANO-ROSSANO – Una nuova e moderna rete sanitaria urgenza/emergenza medica che “svecchi” l’ormai inefficiente e carente servizio 118 calabrese. È questa l’idea tracciata dal governatore Roberto Occhiuto, nonché commissario straordinario alla sanità, che a modello di questa rivoluzione del Suem ha preso il sistema già consolidato ed efficace della Lombardia.
Nella “rivoluzione” di Occhiuto, un ruolo importante, anzi determinante, lo avrà il soccorso elitrasportato. Tant’è che il presidente ha già chiesto ai comuni calabresi, soprattutto quelli dell’entroterra e delle periferie, di indicare potenziali luoghi idonei alla realizzazione di elisuperfici su cui far atterrare gli elicotteri (ne abbiamo parlato qui).
In questa ottica, però, appare opportuno – oggi più che mai – potenziare anche le aviosuperfici esistenti. In Calabria ce ne sono 4, ognuna con un proprio elicottero: Cosenza, Cirò Marina, Lamezia terme e Locri. Solo una di queste, però, è potenzialmente efficace potendo essere attiva 24 ore al giorno e per 365 giorni l’anno. È l’eliporto di Lamezia Terme, attrezzato per il volo notturno ma che di notte può operare solo voli da Lamezia verso altre regioni d’Italia dove, differentemente dalla Calabria, le piattaforme di atterraggio h24 sono molto diffuse.
A spiegarci bene questa dinamica, di come funziona il servizio di elisoccorso è il dottore Riccardo Boselli, responsabile della centrale operativa del 118 dell’Asp di Cosenza. «In Calabria – dice – 3 aviosuperfici su quattro lavorano solo 12 ore al giorno e comunque solo quando c’è la luce del sole. Mentre quella di Lamezia, pur essendo abilitata per il volo notturno, è sostanzialmente inutilizzabile sul territorio regionale perché non ci sono piste illuminate. In sostanza viene attivata solo in caso di trasferimenti fuori regione e comunque il paziente deve essere prima trasferito in ambulanza fino all’aeroporto lametino».
Insomma, un servizio inefficace e praticamente inesistente per le patologie tempo dipendenti (di natura traumatica, respiratoria, cardiologica chirurgica, etc.), soprattutto nelle ore notturne. Quindi, affinché in Calabria un soccorso abbia successo dobbiamo sperare che tutto avvenga alla luce del sole? «Non è proprio così – dice Borselli – perché c’è la rete del 118 a terra che pur tra mille difficoltà legate all’atavica carenza di personale fa di tutto per essere tempestiva nei soccorsi. Ovviamente, però, se abbiamo bisogno di qualcosa di più immediato e tempestivo come un elicottero, di notte non l’abbiamo».
Un elicottero per “salvare la vita” nella Sibaritide-Pollino
La questione della Sibaritide-Pollino, poi, è emblematica. L’esempio degli ospedali spoke di Corigliano-Rossano e Castrovillari che sono a servizio di territori vasti ed impervi, tra l’altro con strade da terzo mondo e con nosocomi sempre carenti di personale, è palese di quanto occorra e sia necessaria una riqualificazione del servizio. Con una consequenziale attivazione di un’avio superficie h24 sul territorio. «Sono 22 anni – precisa Borselli - da quando venne attivato il servizio di elisoccorso in Calabria nel lontano 1 marzo 2000, che personalmente mi batto per far capire alle istituzioni quanto sia necessario puntare di più e meglio sull’efficacia dei mezzi di volo. Ora pare – aggiunge il responsabile della centrale operativa del 118 dell’azienda sanitaria cosentina – che la Regione abbia preso di petto la questione così da definirla una volta per tutte».
Speriamo, alle latitudini ioniche, poi, lo sperano tutti. Anche perché la riorganizzazione del servizio Suem 118 con una “botta di adrenalina” all’intervento, anche notturno, degli elicotteri risolverebbe una serie di problemi che si riversano come un effetto domino sui territori. A partire dalla carenza di personale medico sparso tra le diverse Pet, i punti di primo intervento territoriali e ospedalieri (con una eliambulanza servirebbe un solo medico a bordo per un territorio vastissimo), per finire ai tempi di intervento lunghissimi (ad esempio il soccorso di un elicottero avrebbe altissime possibilità di successo per trattare un arresto cardiaco in centri isolati come Bocchigliero o Alessandria del Carretto) e finanche ai costi. Già perché, a differenza della convinzione collettiva che si ha delle spese prodotte da un velivolo, attivare un elicottero sembra essere molto più conveniente rispetto all’attivazione di una fitta rete di ambulanze lungo le strade.
E poi c’è la questione più importante di tutte, quella della tutela della salute, che purtroppo passa sempre in secondo piano rispetto alle priorità squisitamente economiche: «La priorità essenziale di puntare e potenziare il soccorso aviotrasportato, aumentando anche il numero dei velivoli – ricorda ancora Borselli -, è una questione democratica. Lo dice l’articolo 32 della Costituzione Italiana per il quale tutti i cittadini devono avere uguale diritto alle cure». Oggi non è così e vivere in periferia o comunque lontani dai grandi centri sanitari è diventata una condanna inconsapevole per le popolazioni e per la stragrande maggioranza dei cittadini calabresi.