Festa del papà: omaggio all'uomo contemporaneo
I nuovi clichè della figura paterna in piena evoluzione rompono con il passato
CORIGLIANO-ROSSANO – Va da sé che il 19 marzo è una data impressa nella memoria di tutti, perché è inevitabile associare il santo festeggiato Giuseppe, alla festa del papà.
In onore di questa figura, a cui si attribuisce anche di riflesso la paternità di Gesù, si potrebbe pensare che da sempre è stato commemorato in questi termini. In realtà scopriamo che così non è.
Ufficialmente nel 1871, la Chiesa lo ha proclamato protettore dei padri di famiglia e patrono della Chiesa universale, il giorno del 19 marzo, data della sua morte.
Ma i primi a festeggiarlo, in tempi non sospetti furono i monaci benedettini nel 1030, seguiti dai Servi di Maria nel 1324 e dai Francescani nel 1399. Nel 1621 da Gregorio XV ufficializza tale festività che, fino al 1976 è stato considerato in Italia festivo anche agli effetti civili.
Nel mondo sono solo nove i Paesi in cui la festa del papà si festeggia il 19 marzo: Spagna e Portogallo, ma anche Andorra, Bolivia, Honduras, Liechtenstein, Canton Ticino in Svizzera e Vaticano.
Dalla celebrazione per la figura paterna, elaboriamo i dati Eurispes per capire come questo ruolo si sia plasmato e modificato nel mondo contemporaneo, tra emancipazione femminile, ritmi quotidiani esasperanti e crisi economica sempre dietro l’angolo.
Gli ultimi dati statistici riportati sono quelli non sfalsati dal periodo pandemico che, per causa di forza maggiore, ha visto per lungo tempo le famiglie italiane ed europee cambiare i loro ritmi di lavoro e le abitudini sociali. Scopriamo quindi che solo il 7% dei padri italiani usufruisce del congedo parentale, contro i colleghi svedesi che con il 69% hanno il record in Europa (Istat). Il tempo medio trascorso con i figli, ogni giorno, dai padri italiani è di 38 minuti contro le 4 ore e 45 minuti per le madri.
Inoltre quasi il 90% degli uomini italiani è convinto di partecipare attivamente e in modo paritetico all’ educazione e alla cura dei figli insieme alle mamme, anche se sulle spalle femminili – ammette più del 70% dei papà – resta il grosso delle altre mansioni che riguardano la gestione della famiglia.
Da puntualizzare che il tempo che le mamme italiane dedicano a sé stesse è di 41 minuti al giorno mentre in testa ci sono le finlandesi che possono contare su 69 minuti.
Certamente qualcosa sta cambiando da un punto di vista culturale, non è inconsueto ormai, che ci siano papà che accudiscano e a volte trascorrano più tempo con i figli rispetto alle mamme, a sottolineare che essere amorevoli e dediti alla famiglia non per forza va a sfatare il famoso mito del maschio latino tutto muscoli e poco attento alla famiglia, ma piuttosto pensiamo che parte della vera emancipazione femminile passa attraverso la caduta dei pregiudizi nei confronti dei vecchi costumi maschili.