5 ore fa:Arrestato a Co-Ro un 34enne per detenzione di sostanza stupefacente a fini di spaccio
3 ore fa:A Co-Ro la presentazione del libro "I Rosoni Medievali. Significato, simboli, esoterismo e numerologia"
4 ore fa:Settimana della Cultura d'Impresa 2024: Confindustria Cosenza promuove due iniziative
59 minuti fa:A Trebisacce un incontro pubblico su raccolta e smaltimento dei rifiuti
29 minuti fa:Il pianto greco, quello della disperazione… totale 
1 ora fa:I monumenti di Co-Ro si illumineranno di blu per la Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza
6 ore fa:Il Museo di Sibari ospita il Festival contro la violenza di genere
6 ore fa:A Spezzano Albanese pubblicata l’istanza per il rinnovo della concessione termale
4 ore fa:Anche Morano si schiera contro la violenza di genere
5 ore fa:Tic-toc, mancano "solo" 686 giorni all'apertura del nuovo ospedale

SS106, l’incontro dei sindacati con Simonini e la speranza di una strada moderna e sicura

4 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Sui lavori della futuribile Statale 106 tra Sibari e Catanzaro, e particolarmente sul tratto compreso tra la Statale 534 ed il torrente Coserie, iniziano a delinearsi nuove e importanti posizioni. Ad uscire allo scoperto e ad impostare i paletti in una discussione che fino ad oggi aveva fatto registrare solo la voce della politica e delle posizioni ideologiche, adesso è la Cgil. Non una sigla sindacale qualsiasi ma quella che, soprattutto in campo edile, tutela migliaia di lavoratori del settore sul territorio calabrese.

Abbiamo intervistato Simone Celebre, segretario regionale della Fillea Cgil e tra coloro che nello scorso dicembre hanno partecipato all’incontro che il commissario straordinario per la Statale 106, Massimo Simonini, convocato nella fase propedeutica alla sottoscrizione dei protocolli di legalità necessari per l’avvio delle nuove opere.

Parla la Cgil, adducendo nuovi dati, finora rimasti inediti (come la possibile apertura dei cantieri della Sibari-Co-Ro già a partire dal 2023) e che aiutano a restituire un quadro quanto più chiaro e veritiero rispetto alla grande vertenza mobilità lungo la dorsale orientale della Calabria.

Le certezze sull’opera di ammodernamento della Statale 106

Le certezze oggi sono tre: la prima è che c’è un lavoro certosino di progettazione lungo l’intero tratto («il progetto definitivo della Sibari-Co-Ro è in fase di ultimazione»), la seconda è che per realizzare l’intera opera occorrono 3,8 miliardi di euro («al momento sono disponibili soltanto 884 milioni»), la terza è che nel caso in cui non si dovessero recuperare tutti i soldi necessari all’interno del prossimo Contratto di Programma 2021-2026 ad avere la priorità saranno i progetti definitivi («le nuove regole del codice degli appalti e le norme che regolamentano il Cipess non consentono più di prevedere fondi in accantonamento per opere di cui non si ha certezza di realizzazione»).

Simone Celebre«Abbiamo incontrato il commissario Simonini ai primi di dicembre – dice il segretario generale della Fillea Cgil Calabria, Simone Celebre (in foto) - e ci ha consegnato lo stato dell’arte complessiva dell’opera». L’incontro è avvenuto insieme a tutte le federazioni nazionali di categoria (Cgil, Cisl, Uil) e quelle regionali. «Lo abbiamo incontrato – aggiunge - perché tra le 57 opere commissariate c’è anche la Statale 106, che sarà oggetto anche della firma dei protocolli di legalità».

 

«Subito disponibili poco più 800milioni di euro»

Celebre parla di un colloquio concreto e molto tecnico all’interno del quale sono venuti fuori punti deboli e di forza sull’intera programmazione di ammodernamento della Statale 106. «Simonini ha illustrato l’entità economica dell’intero progetto della Sibari-Catanzaro che è di 3,8 miliardi come costo stimato. Ad oggi, però, sono disponibili solo 884 milioni». Molto pochi rispetto al totale necessario. E su questo si addensano i dubbi della Cgil. «C’è uno scarto di 3 miliardi di euro che non sono pochi e non saranno nemmeno facili da reperire. I finanziamenti disponibili quindi – precisa Celebre - consentono sicuramente di andare avanti con la fase progettuale e commissariale anche se non possiamo dire di essere pronti nella fase che a noi interessa».

Insomma, l’ipotesi di vedere cantieri lungo l’intero tratto compreso tra Sibari e Catanzaro, almeno in questa fase, sarebbe da escludere proprio per la mancanza di fondi. A meno che la politica regionale e quella nazionale non vadano a fondo della questione, esprimano una volontà concreta e unanime di ammodernamento dell’intera tratta e spostino subito le risorse del Fondo Coesione (quelle che ha liberato il Pnrr) sul nuovo Contratto di Programma per la SS106.

C’è, però, un dato che ribadiamo da mesi e che – ovviamente - non è sfuggito nemmeno alla Cgil: pur essendo disponibili solo un quinto delle somme necessarie per l’intera opera è pur vero che c’è un plafond di 884 milioni.

Come spendere questi 800milioni di euro?

Come spendere questi soldi? «Per avere i soldi – precisa Celebre - ci vuole un progetto definitivo. Non è più come un tempo, quando si accantonavano i soldi e poi si procedeva alla progettazione e alla realizzazione dell’opera». E quella di avere la disponibilità di un progetto definitivo è l’unica via possibile. Se si pensa, quindi, che il lotto Sibari-Co-Ro è l’unico tra i 5 previsti nella Sibari-Catanzaro ad essere arrivato allo step più avanzato, è facile quanto logico prevedere che potrebbe essere realmente realizzato con quegli 884 milioni di euro.

Salvo, però, non essere “sorpassati” al fotofinish. Sappiamo che nelle retrovie ci sono altri territori che si stanno organizzando per bruciare le tappe. Sulla Crotone-Catanzaro, ad esempio, si è trovata subito unità d’intenti e se dovessero accelerare l’iter progettuale è facile che questa proposta arrivi sui tavoli ministeriali prima della Sibari-Co-Ro, dove fino ad oggi si sono registrate solo ostruzioni. Si pensi, ad esempio, che in questi giorni qualcuno sta impedendo alle ditte incaricate di effettuare i rilievi tecnici e geologici di accedere ai terreni per i rilievi. È una situazione difficile, sicuramente favorita dal clima di perenne astio e contrapposizione rispetto al progetto.

L’ultimo e unico treno

Certo, senza progetto definitivo non ci saranno risorse. E se nella peggiore delle ipotesi non dovessero essere stanziati ulteriori fondi per la Statale 106 questo potrebbe rappresentare l’ultimo e unico treno per ammodernare la strada della morte, per ammodernare la Sibari-Co-Ro.

È lo stesso Celebre, ai margini dell’incontro con Simonini, che avalla questa ipotesi. «Investire i soldi disponibili per realizzare il primo progetto definitivo – sottolinea - è un’idea possibile e reale perché stiamo parlando di un progetto definitivo in corso. La Sibari-Co-Ro – spiega ancora il segretario generale della Fillea Cgil - è quella in stato più avanzato. Tanto è vero che l’appalto dei lavori è previsto per il primo semestre del 2023 con una durata di lavoro di 4 anni. 29 km a doppia corsia con 5 svincoli. Siamo in una fase molto avanzata – ribadisce ancora Simone Celebre - confermata anche dal commissario i primi di dicembre. Dall’ultima conferenza dei servizi sono emerse anche delle criticità che si stanno provando a risolvere nel più breve tempo possibile. Ma questo – ribadisce - è uno dei tratti che nel 2023 potrebbe davvero essere cantierizzato anche se non dovesse essere aggiunto un altro euro sull’intera opera. Perché a conti fatti stiamo parlando di un investimento di poco più di mezzo miliardo di euro».

Sull’entità e sulla qualità del progetto avanzato da Anas, poi, il sindacalista della Cgil non ha dubbi e aggiunge: «Penso che questo tracciato non infici assolutamente lo sviluppo urbanistico e sociale del territorio. Sappiamo tutti cosa è la statale 106 che non a caso è definita la strada della morte. Il compito principale di questa nuova strada è quello di sdoppiare il traffico pesante dal traffico urbano su quell’arteria. Questa differenziazione oggi fa sì che quella strada diventi una strada sicura per collegare, almeno in questa prima fase, il territorio di Corigliano-Rossano con il resto della grande mobilità nazionale. Io credo sia un progetto sostenibile rispetto a quello che abbiamo visto in tutti questi anni e non credo – conclude - ci possano e ci debbano essere contrasti per dire ogni volta che “non va bene” a prescindere».

 

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.