9 ore fa:Parco archeologico di Sibari, nuove scoperte al Teatro antico riscrivono la storia della Magna Graecia
5 ore fa:“Una vita da social” fa tappa a Corigliano-Rossano
8 ore fa:Più di 2000 presenze a "Dance no limits", l'evento riceve il plauso del Ministro alle disabilità Locatelli
8 ore fa:Ricercatrice dell'Unical tra i vincitori del Premio Bernardo Nobile
11 ore fa:Cariati, Le Lampare: «Erosione fuori controllo e silenzi istituzionali. Serve un piano immediato»
9 ore fa:Sicurezza, situazione fuori controllo al Carcere di Rossano: «Intervenga subito il Sottosegretario Delmastro»
8 ore fa:A Cantinella riemerge un muro di oltre 2000 anni: l'ennesima scoperta che potrebbe riscrivere la storia della Sibaritide
7 ore fa:Trebisacce, tutto pronto per il 3BeeComicS: domani l'inaugurazione
6 ore fa:Addetti delle pulizie delle strutture sanitarie senza stipendio, Laghi: «Asp e Regione vigilino sulla vertenza»
6 ore fa:Vivere il mare senza barriere, a Crosia “Tutti a bordo” della barca Eleos

Lavoratori sempre più più poveri. «Introdurre il costo minimo del salario a 9,66 euro l'ora»

1 minuti di lettura

ROMA - «Fermo restando che le ragioni per cui l' 11, 8 % dei lavoratori hanno un reddito basso non vanno ricercate solo nelle "basse retribuzioni orarie", ma soprattutto nella durata del contratto di lavoro (spesso precario, part time, ecc.) e nella carenza di formazione, il dato che ci fornisce Eurostat è davvero drammatico e va invertito poiché significa che in Italia più di un lavoratore su 10 è "povero" pur lavorando».

È quanto scrive in una nota stampa il Segretario Generale del SiFUS, Maurizio Grosso che così continua: «Un tempo, quando le organizzazioni sindacali confederali puntavano alla "contrattazione" come strumento di lotta per rivendicare i diritti negati delle lavoratrici e dei lavoratori avremmo sostenuto con determinazione che il "salario minimo orario" va determinato dalle risultanze della contrattazione medesima, senza se e senza ma. Da quando i sindacati confederali hanno abbandonato lo strumento della contrattazione preferendogli quello della "concertazione", che di fatto ha consentito il ricorso delle aziende a salari da fame per milioni di lavoratrici e lavoratori, abbiamo cambiato motivatamente idea e riteniamo giusto che il Parlamento italiano proceda attraverso una legge, alla definizione di un costo minimo dell'orario di lavoro pari a 9,66 ore lorde ( come in Germania), al di sotto del quale nessuna retribuzione deve scendere».

«D'altronde – spiega - in Europa, su 27 Stati, sono 21 i Paesi in cui esiste il salario minimo orario: va dai 12,38 euro l'ora del Lussemburgo, dai 10,15 euro l'ora della Francia, dai 9,66 euro l'ora della Germania, dai 5,76 euro l'ora della Spagna fino all'1,86 euro l'ora della Bulgaria, ai 2,81 euro l'ora della Romania, ai 3,76 euro l'ora della Grecia, ecc».
«Il Governo Draghi - continua Grosso- non può continuare a consentire paghe da fame e soprattutto che le famiglie "operaie in povertà assoluta", come rivela il rapporto annuale dell'Istat, rappresentino il 13% del totale a dimostrazione che la contrattazione sindacale confederale, ha prodotto più danni che vantaggi. Inoltre, in Italia solo il 50% dei lavoratori poveri percepiscono una qualche forma di prestazione di sostegno al reddito contro la media del 65% degli altri paesi europei. Nel percorso che deve portare al salario minimo legale –prosegue  - oltre i sindacati confederali, bisogna fermare (visto che hanno alzato le barricate) i signori di Confindustria poiché hanno fatto della compressione salariale un fattore competitivo del nostro capitalismo».

«Se la soglia oraria lorda sotto cui non si può scendere –conclude il Segretario Generale del SiFUS, Maurizio Grosso- venisse fissata per legge, come proponiamo al Governo Draghi, a 9,66 euro, ci sarebbe una platea di oltre 4 milioni di lavoratori che se ne avvantaggerebbe (centralinisti, guardie giurate, autisti, addetti alle pulizie, addetti alla ristorazione, settori della logistica, braccianti agricoli, idraulico forestali, operai dei consorzi di bonifica, riders, commesse, ecc)».

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.