Co-Ro, il sindaco Stasi difende la stagione teatrale... e chi mai l'ha offesa?
Il primo cittadino puntualizza rispetto alle critiche mosse dall'Eco dello Jonio che non aveva messo in dubbio il valore dell'iniziativa, evidenziando - viceversa - una conclamata (e purtroppo) confermata mancanza di visione sulla grande città
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Riceviamo e pubblichiamo la puntualizzazione del sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, rispetto ad una riflessione pubblicata ieri dal nostro giornale attorno alla stagione teatrale comunale in programma in città a partire dal prossimo febbraio (qui l’articolo: Una stagione teatrale bellissima e di grande valore ma… divisiva).
Caro direttore,
spero vorrà pubblicare questa mia breve riflessione rispetto al suo articolo dal titolo “Una stagione teatrale bellissima e di grande valore ma… divisiva” sottolineato da un altrettanto “DIVISI E SCONTENTI” in evidenza.
Come sempre non entro nel merito delle opinioni, sempre legittime, ma al termine del suo articolo, tuttavia, non posso negare di essere rimasto disorientato, quasi frastornato dalla capacità del nostro territorio di autoflagellarsi sistematicamente.
Così, se me lo consente, vorrei approfittare del suo articolo semplicemente sottolineando che a Corigliano-Rossano, in piena pandemia, dopo aver avuto un calendario estivo denso di arte e cultura quasi totalmente promosso dall'Amministrazione Comunale, abbiamo una importante stagione teatrale, con l'obiettivo di proporre cultura ma anche divertimento, socialità, normalità, nonostante le restrizioni del covid. Questa è la notizia.
Quali solo le ragioni per le quali gli spettacoli vengono replicati su entrambi i palcoscenici nei nostri centri storici? Ce ne sono una decina, ma le esplicito solo quelle principali per evitare di dilungarmi troppo. Grazie a questa scelta, non solo valorizzeremo entrambi i nostri splendidi teatri storici, il Valente ed il Paolella, ma raddoppieremo – di fatto – i potenziali spettatori ad ogni singolo spettacolo, tenuto conto del fatto che i nostri sono teatri stupendi ma piccoli, una circostanza che pesa ulteriormente in emergenza Covid. Non solo, questa scelta ci ha già consentito di fare esibire più artisti (come da Lei auspicato) proprio perché alcune delle spese saranno sostenute una volta soltanto, ma per due spettacoli, ottimizzando il budget a nostra disposizione. Queste sono scelte, altro che sviste.
Per quanto riguarda gli aspetti più politici, invece, temo che sia l'autore dell'articolo a continuare a vedere più realtà a sé stanti, e si evince benissimo quando si parla di “iniziative che possano creare incontri tra le due comunità”, appunto. Da questo punto di vista le esprimo con grande chiarezza quale è – al contrario – l'indirizzo politico da parte di chi tale visione arretrata non l'ha mai considerata: per assurdo, se avessimo avuto un altro teatro storico a Schiavonea, ad Apollinara oppure a Toscano, avremmo proposto 2, 3, 4 repliche ed altrettanti abbonamenti. Non è facendo spostare le persone quando non necessario che si creano valori di comunità, ma è l'esatto contrario, mentre facilitare l'accesso alla cultura il più possibile rappresenta un valore ed un indirizzo politico.
La ringrazio, ad ogni modo, per avermi dato la possibilità, grazie al suo articolo, di esprimere le posizioni dell'Amministrazione nonché per valorizzare questa ennesima iniziativa importante realizzata nella nostra città, nonostante il periodo difficile.
Gentilissimo Sindaco, tutto quello che lei dice in questa sua precisazione si inquadra perfettamente nella critica mossa ieri dall’Eco dello Jonio. Anzi, la conferma e l’avvalora. In quanto siamo stati noi stessi a scrivere che si poteva, si doveva, mantenere il numero degli spettacoli (non il contrario) ma promuovendoli e mandandoli in scena con una visione diversa. Ecco dove sta la critica. Sul fatto di non vedere che 4 spettacoli possano essere messi in scena con modalità diverse per gli spettatori dal momento che a “goderseli” non sono i muri dei due teatri bensì i cittadini. E come sappiamo le persone si muovono. La visione mancante, nel contesto di un’iniziativa che resta lodevolissima, è che non si è considerato affatto il valore che questi eventi potevano rappresentare per far socializzare le due comunità. Due spettacoli con replica al “Valente” e due spettacoli con replica al “Paolella” fanno in totale sempre 8 spettacoli. Con una piccolissima differenza: invece di far spostare le compagnie teatrali da una struttura all’altra, avremmo potuto fra spostare i cittadini, incentivandoli e invogliandoli a riscoprire l’uno e l’altro centro storico. Ma le diciamo di più, nell’ottica di una grande città che per estensione è grande quanto la Repubblica di Malta, bisognerebbe iniziare a ragionare in modo diverso, più complementare e lungimirante. Senza utilizzare la politica dello “accontentare”. Coraggio e visione. Perché in una grande città non si può più continuare a ragionare con il bilancino dal momento che così si rischierebbe davvero di non valorizzare nulla e di minimizzare tutto quel grande patrimonio artistico, culturale e di valori che Corigliano-Rossano custodisce.