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Vergogna calabra: a ferragosto il vaccino va in vacanza… ma nessuno lo sa

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CORIGLIANO-ROSSANO – Aumentano, in modo silente e nella rassegnazione generale, i vergognosi disagi della campagna di vaccinazione in Calabria. Nel lungo ponte di ferragosto, infatti, sono pochissimi i centri nella nostra regione aperti per proseguire l’attività di immunizzazione: si contano sulla punta delle dita.

Fatta eccezione per qualche comune (come Morano) che proprio a ferragosto ha organizzato dei vax day, aperti anche ai turisti e senza prenotazione, nei centri e negli hub vaccinali c’è il deserto. Almeno al loro interno. Perché fuori dai cancelli continuano ad arrivare cittadini, con tanto di prenotazione per giorno e ora prestabiliti dalla piattaforma, che una volta giunti in loco trovano porte e cancelli chiusi.

Uno dei casi emblematici è capitato ad un signore 75enne di Vaccarizzo Albanese. Ieri, 13 agosto, l’uomo aveva la prenotazione per effettuare il richiamo della vaccinazione: ore 17.30 al centro territoriale di Rossano (viale De Rosis). Il signore, giunto sul posto con un caldo cocente, dopo quasi un’ora di auto, lungo strade estive trafficate, ha trovato solo un cartello. Un cartello bianco, con un timbro dell’Asp di Cosenza, che gli annunciava che il suo centro vaccinale sarebbe stato chiuso fino al 17 agosto (per l’esattezza dal 12 al 17 agosto).

Perché non contattare a casa questo signore? Perché non avvisarlo che non c’era possibilità di fare il vaccino? Perché questi atteggiamenti ostili e strafottenti da parte dell’apparato pubblico nei confronti dei cittadini? Sono domande che ci poniamo da tempo.

E che ci siamo poste ed abbiamo posto al commissario ad acta della sanità in Calabria lo scorso mese di giugno. Proprio quando il dipartimento regionale della Salute ha deciso di non rinnovare più la convenzione con la Croce Rossa Italiana per portare avanti la campagna di vaccinazione. E i risultati di questa scelta sciagurata sono sotto gli occhi di tutti. Si prenda ad esempio l’Hub vaccinale del PalaBrillia dove proprio la Cri gestiva ben 5 linee di inoculazione del siero anti Covid e che oggi funziona a singhiozzo e – come tutti gli altri hub della Calabria – anche oggi rimane chiuso.

Ecco perché rimaniamo sempre indietro. Una regione come la Lombardia che era partita con grandissimi handicap e disagi in questa campagna di immunizzazione di massa oggi si trova ad aver vaccinato più dell’80% della popolazione (fra un po’ vaccineranno anche le pietre). Noi, in Calabria, che della campagna di vaccinazione ce ne siamo riempiti le tasche di slogano e buoni propositi continuiamo a far registrare ancora incomprensibili e vergognosi disagi. Perché?    

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.