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Ancora fermi i lavori in Cardiologia, il sindaco Stasi scrive all’Asp: «Li faccio io!»

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CORIGLIANO-ROSSANO – Assomiglia sempre più alla storia della tele di Penelope quella che sta interessando ormai da 19 mesi l’unità operativa di Cardiologia e di terapia intensiva coronarica dell’ospedale spoke “Giannettasio” di Corigliano-Rossano. In realtà sembra proprio una presa per i fondelli. Un reparto, chiuso il 12 dicembre del 2019, per carenze strutturali e igienico-sanitarie, da allora non si riesce più ad aprire perché è stato impossibile procedere ai lavori di manutenzione che l’ala dell’ospedale necessitava.

Diciannove mesi di fermo incomprensibile sui quali hanno influito prima l’emergenza covid – che ha paralizzato tutto il sistema sanitario (e lo avevamo scritto in tempi non sospetti che dopo la pandemia avremo rischiato la sindemia… ed eccola qui) -, poi alcune scelte organizzative ed infine le guerre intestine che imperversano all’interno dell’Azienda sanitaria. Sta di fatto che in un anno e mezzo e poco più non si è riusciti a bonificare quel reparto e a renderlo operativo. Questo, nonostante allo spoke ionico – nel frattempo – sia arrivato anche un nuovo dirigente di Cardiologia. E non uno qualsiasi ma un luminare nel campo cardiologico qual è il dottor Giovanni Bisignani.

È come se una scuderia di Formula 1 riuscisse ad accaparrarsi le prestazioni di Lewis Hamilton e gli desse in mano un’auto due cavalli. Uno spreco oltre che una vergogna.

Nei giorni scorsi, anche dopo le vibranti proteste della politica, sembrava che i lavori fossero ripresi. Giova ricordare che non si sta costruendo un grattacielo per il reparto di cardiologia bensì si sta cercando di mettere a nuovo un’ala dell’ospedale (l’impianto elettrico, le porte, i pavimenti, insomma, manutenzione…). Dopo una timida ripresa da qualche giorno, all’indomani delle dimissioni del direttore amministrativo dell’Asp di Cosenza Maurizio Friolo, il “cantiere” si è nuovamente fermato.

Una situazione che ha mandato su tutte le furie il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, che presa carta e penna ha scritto ai vertici dell’Azienda sanitaria. Una missiva al vetriolo, dai toni accesissimi. Il primo cittadino, forte dei suoi poteri, in «qualità di massima autorità sanitaria del territorio» ha di fatto posto un aut-aut al management aziendale. “i lavori non li fate voi? Li faccio!” Questo il tono della lettera. «Le comunico – scrive il sindaco al commissario La Regina – che con provvedimento motivato disporrò l’inizio immediato dei lavori necessari per l’attivazione dell’Unità di Terapia intensiva coronarica e che il Comune – precisa – si farà carico delle spese necessarie per tali lavori, riservandosi – conclude – di attivare le procedure per rivalersi nei confronti dell’Azienda sanitaria».

Al netto delle buone intenzioni del sindaco, ora bisognerà vedere se questa è una procedura legittima. Considerato che tale tipologia di lavori non può essere coordinata che dagli uffici preposti dell’Asp. Sicuramente, però, quella del sindaco Stasi è un’ottima iniziativa per continuare a tenere alta l’attenzione su una questione che continua ad avere trame incredibili!  

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.