Ancora caos in Rianimazione. Ora i problemi sono sul presidio di Corigliano
Nei turni mensili di giugno al presidio "Compagna", dove insiste il punto nascita ed un pronto soccorso, è presente un solo rianimatore. È arrivato il momento di riorganizzare l'ospedale spoke di Corigliano-Rossano
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CORIGLIANO-ROSSANO - Le coperte corte - anzi, giustissime di misura - le puoi tirare quanto vuoi ma sempre corte (o giuste) restano: se copri un lembo è inevitabile che se ne scopra un altro.
E la coperta di Linus, alla quale ci si sente (giustamente) affezionati anche da incomprensibili logiche di campanile è sempre più cort È la giusta metafora per comprendere al meglio la situazione dello spoke di Corigliano-Rossano. Dove, probabilmente, il numero dei medici di alcuni reparti sembra giusto sulla carta ma esiguo nei fatti. È il caso, ancora una volta, dell'unità operativa di Rianimazione.
Pensavamo che il caso si fosse risolto è chiuso. Ma non avevamo fatto i conti con la disorganizzazione imperante che vige, perpetua e imperterrita, nei due ospedali della grande città. E se da un lato la vicenda dei medici di Rianimazione e Amestesia sembra essersi risolta nel presidio "Giannettasio", questa soluzione ha comportato "sacrifici" nel presidio "Compagna". O almeno così sembra.
Le lamentele dei medici che dimostrano la disfatta della partita a risiko
Una eterna partita a Risiko anche mal giocata. E il perché è tutto scritto nelle poche righe di una missiva. C'è una lettera del 3 giugno scorso, infatti, indirizzata al direttore sanitario dello spoke di Corigliano-Rossano e al responsabile risk manager, da parte di tre medici del presidio coriglianese nel quale si lamenta e ribadisce «la presenza di un unico anestesista per turno (h24) e dell'assenza di reperibilità... Si chiede, pertanto - prosegue la missiva - la sospensione dell'attività operatoria programmata, garantendo il servizio d'urgenza e data l'impossibilità di poter effettuare trasferimenti in altro ospedale di pazienti critici».
Queste poche righe rappresentano tutto lo sfacelo organizzativo dell'ospedale spoke ionico.
Già, perché stando alle carte e al piano organizzativo del famigerato Decreto 64 (che è tra l'altro contorto e contraddittorio di suo) quanto rappresentato da questi medici non dovrebbe esistere. Dovrebbe esistere semmai un ospedale suddiviso in due presidi, uno dedicato all'area medica e post acuzie, l'altro dedicato all'area chirurgica e alle emergenza. Se si pretende di voler continuare a far funzionare emergenze e sale operatorie, emergenze e non emergenze, in modo promiscuo e senza organizzazione nell'uno e nell'altro ospedale, è normale che si creino i disguidi di questi ultimi giorni, i disastri di questi ultimi anni.
Ecco allora, che è giunto - probabilmente - il momento di sedersi e asusmere decisioni forti, decisioni risolutive. Stabilire quale dei due ospedali è adatto ad ospitare tutto il blocco chirurgico e delle emergenze (pronto soccorso, aviosuperficie, blocco operatorio, rianimazione, punto nascite, etc.) e in quale, invece, l'intera area medica con la lungodegenza ed il complesso blocco delle specialistiche.
Se non si arriverà a questo karma ogni giorno registreremo disagi fino a quando (e non si avvererà mai) l'Asp non fornirà i due ospedali di medici, infermieri e operatori sanitari nel numero adeguato al doppio delle esigenze previste. Ogni giorno registreremo le giuste lamentele degli operatori del pronto soccorso di Rossano che si vedono il reparto affollato di gente a fronte di pochissima forza lavoro mentre dall'altra parte del fronte (a Corigliano) altri medici dicono che non si possono garantire servizi per lo stesso motivo: la mancanza di personale.
È vero, abbiamo una coperta corta. Ma è vero anche che è sistemata malissimo!