Chiude il Pronto soccorso Covid-19 del "Giannettasio". Verso la "normalità"
La pandemia scema ma i grandi disagi restano. Perché i presidi che erogano assistenza sanitaria pubblica continuano ad essere sguarniti di medici che vogliono fare mentre in tantissimi rimangono imboscati.
CORIGLIANO-ROSSANO - Il virus da Sars-Cov-2 è in ritirata (almeno per ora e si spera per sempre) dal territorio della Sibaritide. Lo dicono i numeri del contagio ma anche gli accessi negli ospedali che sono di granlunga diminuiti rispetto alle settimane scorse. Una situazione, quindi, che volge verso la normalità. Tant'è che il direttore dell'Unità operativa complessa di Pronto soccorso sta valutando di chiudere, già a partire da stasera, il Ps del "Giannettasio" dedicato al Covid-19 e subito riconvertirlo per far fronte all'emergenza ordinaria. «Giusto il tempo - dice il primario Natale Straface - di sistemare gli ultimi quattro degenti Covid che stazionano ancora nel nostro reparto e poi faremo sanificare tutto e potremo ripartire con le attività di sempre».
Quattro degenti con tampone positivo al nuovo coronavirus che saranno rispettivamente sistemati nei reparti di Pneumologia Covid al quinto piano del "Giannettasio" e altri due, invece, che saranno trasferiti nel repato Covid dell'ospedale di Cetraro.
La domanda, ovvia, al primario Straface: una volta chiuso il Ps Covid come tratterete eventuali malati che arriveranno con sintomatologia da Sars-Cov-2? «Partiamo dal presupposto che i dati statistici ci confortano - dice in premessa alla sua risposta il primario del pronto soccorso dell'ospedale spoke di Corigliano-Rossano - ci sono meno accessi rispetto alle settimane scorse e non abbiamo, ad oggi, motivo di pensare che possano aumentare nei prossimi giorni. Qualora, però, dovessero verificarsi dei nuovi accessi saranno trasferiti all'Hub di Cosenza dove in realtà c'è una struttura più complessa, strutturalmente e numericamente meglio organizzata della nostra».
Già, perché al momento c'è necessità di riportare la struttura ospedaliera allo stato quo ante, almeno a quello che era il nosocomio prima della feroce terza ondata Covid, per ritornare ad erogare servizi. Ma pur volendo fare di necessità virtù, ancora oggi rimangono i limiti di sempre. Soprattutto quelli legati al personale. Infatti, mentre strutturalmente, alla fine della fiera del coronavirus, lo spoke ne uscirà in qualche modo rafforzato di servizi, il grande problema rimane la carenza di medici e infermieri.
Premesso che se si mettessero a lavorare gli imboscati probabilmente avremmo un sovraffollamento di medici nei reparti. Dal momento, però, che sarà più facile che ci trasferiamo tutti sulla luna e non che questo avvenga, occorre avviare subito una campagna di reclutamento per reperire nuovi medici ed infermieri. Soprattutto da impiegare nella prima linea, lì dove c'è bisogno di curare le persone dalle decine di patologie che ci sono... oltre al Covid