«Mia madre, insieme a 15 salme, “parcheggiata” da un mese in attesa di essere tumulata»
Storie e immagini agghiaccianti arrivano dal cimitero comunale di Rossano. Mentre l’Amministrazione comunale è alle prese con una lotta contro il tempo realizzare nuovi loculi
CORIGLIANO-ROSSANO – La carenza di posti nel cimitero di Rossano è sempre più un’emergenza. Mentre continua la corsa contro il tempo da parte degli uffici comunali per realizzare nuovi loculi all’interno del camposanto, le bare si affollano nella cappella centrale del sepolcreto: sono più di 15 (a stamattina) i feretri che attendono si essere tumulati. Alcuni dei quali stazionano lì, in attesa, da oltre un mese.
Le storie personali di tantissimi cittadini stanno andando a stringersi nell’imbuto di un disservizio che probabilmente non sarebbe mai dovuto capitare. La denuncia pubblica, lasciata ad una lettera aperta, carica di tantissima dignità, da Leonardo Calarota, avvocato e già dirigente dell’allora Comune di Rossano, restituisce un quadro raccapricciante della situazione attuale.
«La mancanza di posti pubblici – scrive Calarota - appare assurda, quanto paradossale».
La storia dell’ex dirigente comunale parte da lontano. «Era l’11 aprile 2002 quando inoltravo al Comune di Rossano una formale richiesta volta all’ottenimento di un lotto di terreno nel Cimitero, per la realizzazione di un tumulo funerario. Richiesta rimasta lettera morta, ma ritenendo la procedura corretta, lineare e legittima, non ho mai voluto abusare di ruoli, anche importanti ricoperti in passato all’interno dell’Ente».
E già allora si prospettava un futuro di disagi per il camposanto cittadino, perché gli spazi stavano terminano e nessuna delle Amministrazione comunali che si sono succedute ha di fatto preso di petto la questione tentando la strada di una soluzione definitiva. Sta di fatto che a distanza di 20 anni – e qui si incastona la vicenda personale dell’avvocato Calarota - «morire è diventato un lusso, perché non si ha diritto ad una tempestiva e degna sepoltura».
«Mia madre – racconta - deceduta il 13 aprile scorso è “parcheggiata” assieme ad altre 15 salme nella chiesa del Cimitero in attesa di un posto pubblico, dove riposare in pace».
«Tutto quello che sta avvenendo nella nostra città – aggiunge - non è degno di un Paese civile. Stamani l’aria all’interno della chiesa era molto pesante tra la decomposizione dei fiori e l’assembramento delle bare una attaccata all’altra, la sensazione era quella di trovarsi in una situazione emergenziale. Ma non lo è affatto. Si tratta solo di cattiva gestione ordinaria sia a livello politico che amministrativo».
Dicevamo, però, che la problematica legata alla limitazione e/o espansione del cimitero è un fatto notorio da decenni. E nessuno in questi decenni ha fatto nulla per arrivare ad una soluzione. È anche vero che nessuno poteva immaginare che un’ondata pandemica avrebbe potuto sferzare il nostro territorio, aumentando l’incidenza di mortalità. Insomma, una serie di congiunture negative – sicuramente casuali – ma che hanno messo in evidenza la scarsa lungimiranza della classe dirigenziale di ieri e di oggi. «Le stesse rassicurazioni degli uffici – scrive ancora Calarota - appaiono poco credibili, atteso che sia la batteria provvisoria di 20 posti, che la nuova batteria con oltre 200 posti, sita all’ingresso del Cimitero lato Nord, sono ancora in fase di realizzazione con tempi di realizzazione ed ultimazione che invece appaiono biblici».
«Tuttavia – conclude - stante il lasso di tempo trascorso ed il perdurare della salma nella chiesa, ormai satura, nei prossimi giorni sarò costretto a formalizzare apposita denuncia presso la Procura della Repubblica di Castrovillari per eventuali rilievi di carattere penale in capo ai responsabili di questo increscioso comportamento».