11 ore fa:Manca il farmaco salvavita, il calvario di una paziente oncologica: «Curarsi non deve essere un privilegio»
12 ore fa:Mirto: conclusa la XII edizione dell’Estate Ragazzi nella parrocchia San Giovanni Battista
13 ore fa:Da inizio luglio 4 arresti dei Carabinieri per detenzione e spaccio di stupefacenti
13 ore fa:La Magnolia chiude l’anno con la rivisitazione teatrale della Divina Commedia
14 ore fa:«Chiarezza e impegno»: la nuova strada politica di Elisa Fasanella
10 ore fa:Co-Ro tra gli 85 comuni finanziati dal progetto "Sport Illumina"
11 ore fa: L’Unical ancora prima tra i grandi atenei statali nella classifica del Censis
9 ore fa:Castrovillari ospiterà la gara di enduro “Stone Wall Extreme”
6 ore fa:«Stasi è fuori controllo». L'opposizione attacca ed evoca lo spettro del dissesto economico
9 ore fa:La storia millenaria del Moscato di Saracena al Vinitaly di Sibari

La Calabria tra le prime ad attivare il Percorso diagnostico assistenziale per la sclerosi multipla

2 minuti di lettura

CATANZARO - “La gestione della sclerosi multipla nella Regione Calabria” è il tema della videoconferenza - promossa da “The european house-Ambrosetti”, in collaborazione con il dipartimento regionale Tutela della salute - alla quale hanno partecipato i responsabili dei Centri regionali per la diagnosi e la terapia della sclerosi multipla, dell’Aism Calabria e dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro.

Nel corso dell’iniziativa, si è anche fatto il punto sullo stato dell’arte dell’implementazione del Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) della Regione Calabria.

«La Calabria - è scritto in una nota del dipartimento - è tra le prime Regioni del Sud Italia che, nel 2017, ha attivato il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale per la sclerosi multipla. Il documento, è nato dalla stretta collaborazione tra i rappresentanti del dipartimento Tutela della salute della Regione, i centri clinici (oltre ai neurologi, una farmacista ospedaliera e un fisiatra) e le associazioni dei pazienti».

«Il Pdta - è spiegato - si compone di 13 capitoli e si caratterizza per un modello di integrazione tra ospedale e territorio e tra ambito sanitario e sociale. L’obiettivo è quello di disciplinare tutti gli aspetti della patologia, dalla diagnosi al follow-up, compresi gli aspetti che, pur non riguardando direttamente la sfera diagnostico-terapeutico-assistenziale, incidono sulla qualità della vita dei pazienti».

«Il documento presta particolare attenzione ai protocolli speciali per le forme pediatriche di sclerosi multipla e agli accertamenti medico-legali, per i quali si recepisce integralmente la “Comunicazione tecnico scientifica per l’accertamento degli stati invalidanti correlati alla sclerosi multipla”, redatta da Inps e Aism, e si prevede la presenza di un referente Aism alle visite medico legali in affiancamento alle persone con sclerosi multipla, se richiesto dalle stesse».

«La riunione - è scritto nella nota - ha consentito uno scambio di esperienze tra i vari Centri e il dipartimento regionale Tutela della salute - settore “programmazione dell’offerta ospedaliera e sistema delle emergenze urgenze”; uno scambio che ha consentito di accelerare il processo di implementazione e di aggiornamento del Pdta già in atto, alla luce delle evidenze emerse e delle esigenze dei cittadini e dei pazienti della regione. Si è discusso anche del rafforzamento dei servizi di riabilitazione; dell’adeguamento delle modalità di prescrizione dei farmaci, al fine di garantire un accesso alle terapie sempre più sicuro e uniforme; dell’avviamento di un’importante campagna di informazione e comunicazione per sensibilizzare, oltre ai pazienti, i professionisti del territorio sull’attività dei centri e sulla realizzazione di un sistema di sorveglianza epidemiologica per la sclerosi multipla, attraverso la costruzione di un Registro regionale di patologia».

«Si premia lo sforzo collegiale degli ultimi anni come dimostrano, ad esempio, il progressivo miglioramento della mobilità passiva, che nel 2019 si attesta al 20,5%, e soprattutto il crescente coinvolgimento dei centri spoke nella rete regionale. Clinici e pazienti concordano, inoltre, sulla necessità di implementare i servizi di telemedicina, di cui la pandemia ha accelerato la diffusione ed evidenziato le potenzialità, al fine di migliorare sia il rapporto tra medici che il rapporto medico-paziente, specialmente a vantaggio delle persone residenti più lontano dai centri per la sclerosi multipla».

(fonte foto panoramadellasanità)

 

Veronica Gradilone
Autore: Veronica Gradilone

26 anni. Laurea bis in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Mi piace raccontare le storie, non mi piace raccontare la mia