Corigliano-Rossano, chiude la rianimazione Covid. Si passa all'attività "normale"
I quattro posti di terapia intensiva del "Giannettasio" saranno riconveriti per degenza rianimativa "ordinaria". Questo significa che l'utenza non dovrà più essere trasferita e che può riprendere anche la regolare attività delle sale operatorie
CORIGLIANO-ROSSANO - Chiusa la Rianimazione Covid del "Giannettasio" di Corigliano-Rossano. Una doppia buona notizia. La prima perché questa decisione, assunta dal direttore sanitario dell'ospedale spoke Pierluigi Carino, è sintomatica del veloce degradare dell'emergenza pandemica nel territorio della Sibaritide e della provincia di Cosenza: non c'è più necessità di posti letto per malati critici. L'altra bella notizia è che da stasera l'unità operativa di Anestesia e Rianimazione tornerà ad operare e dare risposte all'utenza "ordinaria", cioè quella non covid che ha comunque necessità di essere assistita con osservazione permanente.
La disposizione del direttore sanitaria arriva dopo quattro giorni in cui non si sono registrati ricoveri in terapia intensiva Covid. Quindi, invece di mantenere inoperativo e praticamente vuoto un reparto così importante ed essenziale per la sussistenza stenza di un ospedale spoke si è deciso prontamente di aprirlo.
Ma questa sarà anche la prova del nove. Ricordiamo la grande polemica che si è aperta quindici giorni fa dopo la "chisura" proprio del Reparto di Anestesia e Rianimazione del "Giannettasio" causa la carenza di medici. Poi la visita ispettiva del Commissario e del Direttore Sanitario dell'Asp di Cosenza che hanno trovato la quadro e riaperto l'unità operativa. Cosa è cambiato da quindici giorni a questa parte? Escluso il clamore mediatico praticamente nulla: 13 medici anestesisti/rianimatori c'erano allora, 13 ce ne sono oggi.
Questo significa che basterà un imprevisto per mandare nuovamente tutto al collasso? Non lo sappiamo. Tra l'altro a fine mese dovrebbe andare in pensione anche il medico con funzioni dirigenziali dell'unità operativa, Angelo Vulcano (anche se per lui si prospetta, così si vocifera, un ritorno come professionista con contratto di consulenza a chiamata).
Di dubbi sul futuro ce ne sono tanti. Però come - si dice - "bisogna essere sempre fiduciosi e ottimisti". Soprattutto si spera che la riattivazione ordinaria del reparto possa ritornare a garantire anche l'attività delle sale operatorie e quindi dell'intero blocco chirurgico (da chirurgia per finire a ortopedia). Con la speranza, appunto, che non ci siano altri cortocircuito o incidenti di percorso.