Co-Ros, ancora chiusa la Rianimazione mentre a Paola si opera con 4 anestesisti
Ecco i numeri dei medici anestesisti e rianimatori degli spoke della provincia dove non si vive una situazione facile e dove comunque non sono stati bloccati i ricoveri. Intanto domani è atteso a Rossano il commissario dell’Asp
CORIGLIANO-ROSSANO – I ricoveri nell’unità operativa di Rianimazione dell’ospedale spoke di Corigliano-Rossano sono ormai sospesi da una settimana. Questo significa che non è più possibile effettuare interventi programmati, che non è possibile assistere pazienti che hanno necessità di essere monitorati costantemente. Tranne che per le emergenze. E tutto questo perché non ci sono medici.
In realtà, sulla carta, lo spoke di Corigliano-Rossano ha attualmente in organico 13 rianimatori/anestesisti anche se il dirigente medico reggente dell’unità operativa, il dottor Angelo Vulcano, ci ha fatto sapere nei giorni scorsi che in realtà il personale medico effettivo è composto da sole 10 unità (7 a Rossano e 3 a Corigliano). Più un medico a contratto di rapporto libero professionale. Ad ogni modo, un numero esiguo – a parere della direzione sanitaria dello spoke - che non consentirebbe di svolgere le attività di reparto. Da qui, appunto, la disposizione di sette giorni fa che sospendeva i ricoveri.
Di riflesso, questa situazione ha ovviamente peggiorato le prestazioni dell’intero nosocomio, soprattutto dell’area chirurgica. Che già da oltre un mese è bloccata sugli interventi programmati. Si pensi che nelle settimane scorse il reparto diretto dal dottor Guglielmo Guzzo ha fatto registrare un solo ricovero per intervento proprio per l’impossibilità a far accedere i pazienti in sala operatoria causa la carenza di medici anestesisti.
Una situazione che sarebbe peggiorata, poi, con la conversione dei soli 4 posti di terapia intensiva presenti nel presidio del “Giannettasio” in rianimazione Covid-19. E sarebbero sorti qui i problemi che hanno scaturito la “chiusura” di fatto del reparto, con quei pochi medici ridotti allo stremo.
Ma la domanda continua a rimanere la stessa di una settimana fa: possibile che solo gli ospedali di Corigliano-Rossano sono costretti a questa situazione drammatica, tra carenza di personale ed emergenza covid, tanto da portare alla sospensione dei ricoveri? E negli altri ospedali della provincia cosa succede?
Una risposta non sappiamo darcela, anche perché il management ospedaliero non comunica con la cittadinanza se non in qualche rarissima occasione. Possiamo, però, registrare la cronaca quotidiana che arriva dagli altri presidi spoke dell’Azienda ospedaliera.
Sappiamo che a Castrovillari, dove il Covid-19 è entrato a pieni uniti (lo abbiamo raccontato anche sulle pagine del nostro giornale), ci sono solo 5 anestesisti (meno della metà di quelli di cui dispone Corigliano-Rossano) eppure – anche se a stento - funziona tutto: da ultimo anche la sala operatoria ortopedica che ha iniziato lavorare la scorsa settimana.
Sul Tirreno, invece, la situazione del personale di rianimazione sembrerebbe ancora più drammatica. Nello spoke di Paola-Cetraro (anche questo Polo Covid con rianimazione) ci sono in tutto 8 anestesisti (4 a Paola e 4 a Cetraro) più due con contratto a rapporto libero professionale. Anche in questo caso – come a Castrovillari - sembrerebbe funzionare tutto. Nonostante una condizione di emergenza generale. Si pensi, addirittura, che proprio il primario di Chirurgia di Corigliano-Rossano inizierà ad operare, nei prossimi giorni e per una volta a settimana, nel nosocomio “San Francesco”. E chissà, magari, troverà la possibilità di fare interventi anche su cittadini dello Jonio cosentino che attendono ormai da quasi due mesi!
Ad ogni modo domani mattina a Rossano arriverà il commissario dell’Asp, Vincenzo La Regina, con l’obiettivo di sbrogliare la complicata matassa. Ci sono delle soluzioni al vaglio. Il numero uno di via dell’Alimena ha le idee chiare sul da farsi, anche nel “sostituirsi” – per forza di cose – a scelte e decisioni che probabilmente si sarebbero potute prendere in house.