Cgil: «La maternità non è un fallo!». Denuncia dei ricatti subiti dalle donne lavoratrici e madri
Vaiti attacca Tajani: «dire che la donna si realizzi solo con la maternità è uno schiaffo per chi non può o non vuole essere madre»
CATANZARO - «Solo ieri abbiamo celebrato la “Festa della Mamma”, in una società che porta con sé ancora tantissime contraddizioni. A partire dalle affermazioni del parlamentare europeo di Forza Italia (vicepresidente del PPE) Antonio Tajani, sulla famiglia perfetta: “La donna si realizza totalmente con la maternità!” Uno schiaffo alle tante donne che per tanti motivi non possono o non vogliono essere madri».
È quanto dichiara Caterina Vaiti della segretaria Regionale Cgil Calabria che così continua: «È stata una festa mancata se si pensa che nel periodo di Pandemia circa 100.000 madri hanno perso il lavoro in un solo anno e, nel mondo del lavoro, su 4 contratti part-time 3 sono di lavoratrici madri. Le donne sempre più sole e con tante difficoltà a conciliare la vita lavorativa con il lavoro cosiddetto “di cura”, che pesa maggiormente su di loro; essere madri è quasi una missione da Avenger senza welfare, senza servizi ed in più costrette a combattere contro l'arretratezza e l'inciviltà del mondo del lavoro».
«Emblematica – spiega - è la storia di Lara Lugli, pallavolista della volley Pordenone, che non solo è stata licenziata ma anche citata in giudizio per danni, perché ha scelto di portare avanti la propria maternità. Il 18 maggio ci sarà l'udienza e la Cgil Calabria non ha intenzione di lasciare sola e nel silenzio Lara e le tante donne lavoratrici e madri che subiscono ogni giorno ricatti inaccettabili sul proprio posto di lavoro».
«“La maternità non è un fallo!” questo lo slogan che la Cgil Calabria lancia per richiamare l'attenzione della società, dei lavoratori e delle lavoratrici rispetto ad un tema che ha a che fare con la civiltà e con la giustizia sociale» conclude.