Trasporti, la soluzione (calabrese) al distanziamento sociale: eliminare le corse
La fascia jonica è isolata. Per chi lavora in un’altra regione l’unica soluzione resta spostarsi con la propria auto. Ecco la denuncia di un cittadino esasperato
CORIGLIANO-ROSSANO – «Da più di un anno non esistono né autobus né treni che permettano un collegamento con la Puglia, né per Taranto né tantomeno per Bari. Tutte le corse del mattino sono state soppresse dall’8 marzo 2020 e nonostante siano consentiti gli spostamenti tra regioni per motivi lavorativi, i pendolari non possono far affidamento su nessun tipo di servizio né su gomma né su rotaia. La fascia Jonica è tagliata fuori dal mondo».
È quanto denuncia un cittadino esasperato, Gino Ruperto costretto ad accompagnare ogni giorno la moglie con la propria auto a Taranto «da lì può spostarsi tranquillamente con i mezzi pubblici. Perché in Puglia i trasporti non si sono mai fermati, né in zona gialla, né in zona rossa. L’anomalia si riscontra in Calabria».
Una situazione gravosa sia in termini economici, sia ecologici che di tempo.
«Purtroppo – aggiunge amaramente – sembra ancora che sia valido il titolo del libro di Carlo Levi: “Cristo si è fermato a Eboli”».
La situazione è paradossale perché non sono soppresse tutte le corse, ma solo alcune che penalizzano fortemente chi si sposta quotidianamente per lavoro: «È possibile fare un viaggio e raggiungere con gli autobus Firenze, Milano, Bologna, ma non Bari. O meglio, non è possibile arrivare in Puglia in tempo per lavorare».
Gino è solo uno dei tanti che lamenta questo disagio. Il passaggio da “zona rossa” a “zona gialla” in questo caso sembra non apportare alcun tipo di cambiamento. Le corse restano soppresse e i pendolari non hanno altra alternativa che spostarsi con la propria auto.
All’inizio di questa pandemia si diceva che per mantenere il distanziamento sociale sarebbero state incrementate le corse dei mezzi pubblici. In Calabria si è scelto di fare diversamente, abolendole proprio.