In arrivo 176 operatori sanitari: l'Asp di Cosenza ha sbloccato le assunzioni
Si tratta di dirigenti medici, medici, infermieri e operatori socio sanitari da assegnare alle Usca territoriali. Intanto però le Guardie mediche del territorio rimangono senza personale

COSENZA - L'Azienda sanitaria di Cosenza ha avviato il piano di assunzioni per far fronte all'emergenza pandemica in atto. Sono 176, nel totale, le figure professionali che saranno messe sotto contratto. Per 50 di loro si tratta di una proroga mentre i restanti 126 saranno reclutati a breve. Lo aveva detto il commissario Longo, nel corso del Consiglio regionale, che avrebbe iniziato a "tagliare le teste" dei vertici apicali delle Asp se non avessero applicato la normativa e speso le risorse (12 milioni di euro messe a disposizione dal Governo per il solo 2021 dal Decreto Calabria bis).
Ecco, allora, che l'azienda provinciale di Cosenza ha deciso di mettersi in pari con la normativa e procedere alle assunzioni che saranno così suddivise: proroga contrattuale per i 50 medici già assegnati alle Usca; e poi 20 nuove assunzioni per medici da assegnare sempre alle Usca.
Il numero più rilevante, però, è quello degli infermieri. Ne saranno contrattualizzati 70 di cui 29 a tempo indeterminato, 21 a tempo determinato e altri 20 sempre per le Usca. Inoltre, è prevista l'assunzione di 20 nuovi operatori socio sanitari da inviare ai reparti Covid-19 degli ospedali della provincia e infine l'assunzione di 16 dirigenti medici di cui 8 di nuova nomina e altri 8 (a tempo determinato) saranno assorbiti tra i medici liberi professionisti in quiescenza.
Un drappello di "militari con il camice bianco" che dovrebbe servire a combatere nel fronte dell'emergenza pandemica.
Rimane però più di un dubbio. Dal momento che, buona parte delle forze che saranno assunte verranno assegnate alle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) e solo una minima parte agli ospedali dove ci sono grandissime criticità.
Inoltre, negli ultimi giorni sta esplodendo un'altra grana nei paesi dell'entroterra (soprattutto la Sila Greca) dove si stanno decimando le guardie mediche proprio per carenza di operatori sanitari. Una situazione allarmante che sta creando non pochi problemi alla popolazione.