Il primo (vero) giorno di primavera all'insegna dell'aria aperta. Ma la città non era pronta
Sui lungomare di Sant'Angelo e Schiavonea assembramenti all'aperto, nonostante la zona arancione, tra fogne a cielo aperto, arredo urbano in stato di degrado e abbandono, verde pubblico senza cura
CORIGLIANO-ROSSANO - Domenica è stato il primo, vero giorno di primavera sullo Jonio. È stato anche il primo giorno di libertà - seppur non autorizzata - per migliaia di corissanesi che, incoraggiati dalle temperature tiepide e dal sole splendente, si sono riversate sui lungomare della città: a Sant'Angelo e Schiavonea.
Tutto questo, ovviamente, in barba ad ogni regola di distanziamento sociale e di prevenzione dal contagio covid. È vero, un capannello di gente all'aria aperta è di gran lunga meno pericoloso di una riunione nel chiuso di quattro mura. Lo hanno detto e ripetuto gli esperti. Ma sta di fatto che il pericolo c'è e gli effetti delle "pasquettate" davanti al barbeque li abbiamo visti nei giorni scorsi con centinaia di persone che si sono contagiate ed alcune di loro sono ancora in ospedale, alcuni in fase critica.
Non solo assembramenti. Un altro dato eloquente e sicuramente incontrovertibile è, però, che la Città a questo appuntamento con la libertà si è fatta trovare del tutto impreparata. Il fatto che i cittadini debbano rimanere ancora chiusi in casa non giustifica la totale mancanza di manutenzione del sistema urbano.
Ed è così che le passeggiate (anche se clandestine) a Schiavonea si sono svolte tra gli olezzi nauseabondi di una falla sulla condotta fognaria di corso Colombo, dalla quale da giorni sgorgano acque nere e putride. A Sant'Angelo, invece, sembrava di essere più in un safari abbandonato con l'erba dei prati altissima, i cestini dei rifiuti ed i pali della pubblica illuminazione divelti (e pericolosi per l'incolumità pubblica). Colpa degli incivili, non v'è dubbio. Ma anche di chi dovrebbe manutenere l'arredo urbano e non lo fa. In primis gli uffici comunali della manutenzione.