Corigliano-Rossano: sulla scuola "un clima infame", intanto dalla riapertura i contagi stanno calando
Dopo più di 14 giorni è possibile analizzare i numeri sui contagi all'interno della terza città della Calabria. La scuola sembra essere un perimetro sicuro
CORIGLIANO-ROSSANO - “Hanno creato un clima infame”, iniziamo parafrasando con la frase simbolo della fine della stagione in cui in Italia politica e cultura andavano di pari passo. Era un tempo glorioso in cui “il politico onesto era il politico capace” in cui – come giustamente qualcuno ha scritto su Facebook – gli statisti sedevano in Parlamento e non dimoravano nelle bacheche virtuali dei social.
l clima infame – adesso - è quello che si registra attorno alle scuole. Ma, per buona pace degli oltranzisti del chiudiamo tutto, i numeri si stanno esprimendo in maniera inequivocabile: la scuola non è un motore di contagio, i bambini e i ragazzi non sono monatti e le colpe vanno cercate in altri lidi. Oggi, una domanda sorge spontanea: se si fosse continuato con la chiusura che danno avremmo fatto? La risposta è chiara: grazie di vero cuore caro TAR.
Da quel 23 gennaio se ne sono dette di tutti i colori, si è strumentalizzato il luogo in cui le prossime generazioni si devono formare, si sono trovati imprecisabili vantaggi e punti di forza della DAD, le mamme che (giustamente) volevano portare i figli in un luogo di crescita sono state accusate di essere delle viveur tutto trucco e parrucco; infine ci siamo fatti cambiare da un virus che ci ha sferzato soprattutto nel modo di ragionare e di vivere.
Di fronte all’evidenza dei numeri bisogna fare un passo indietro e ragionare su due punti. Il primo è che in questi due mesi, soprattutto a novembre, la scuola è rimasta chiusa in ampie aeree del nostro territorio per un’ipocondria incontrollata e incontrollabile indirizzata al consenso. È stato tutto un pensare di sapere, un commento, un cinguettio perenne. Insomma, la solita fauna di chi non sa gestire il diritto di parola.
Il secondo punto, nevralgico, è che tutta questa fiera ci ha insegnato che l’istruzione non è democratica. Non puoi scegliere se impartirla o no ai tuoi figli e, soprattutto, l’ignoranza è una colpa. Sostenere che la campanella sta suonando per decisioni discese dall’altro è un’assurdità proferita da chi non conosce la differenza tra la libertà e la democrazia in uno stato di diritto.
Se il TAR ha dato - puntualmente, coerentemente e continuamente - parere negativo sulla chiusura delle scuole non è per un auto assunto principio di superiorità dei poteri, non perché ignora, non perché sia politicizzato, ma perché si viveva nella menzogna di pensare che elementari e medie potessero restare chiuse in zona arancione tendente al giallo.
La stessa menzogna, giorno dopo giorno, è stata svelata dai numeri e dal fatto che dai contagi registrati a Corigliano-Rossano non si è sviluppato alcun focolaio. Come mai? Perché la scuola è un luogo sicuro abitato da professionisti quali Dirigenti scolastici, insegnanti e personale ATA che da settembre si stanno sacrificando per il futuro dei ragazzi che è anche il nostro. Ci saranno altre positività, è normale, ma bisogna convivere con tutto questo anche quando il vaccino farà il suo corso.
La scuola è vissuta da bambini e adolescenti che, ancora una volta, insegnano agli adulti come stare al mondo con una pandemia in corso. Quindi, facciamo il tifo per l’istruzione in presenza e ricordiamoci che nella diatriba sulla scuola, in fondo, non ha ragione nessuno. Purtroppo, però, quando si crea, al suo interno, questo clima infame - allora sì - perdiamo davvero tutti.