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Covid, vaccini a rilento mentre una schiera di medici volontari attende OK per supportare la campagna di immunizzazione

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COSENZA - Il vaccino contro la Sars-Cov-2, in Calabria e in Provincia di Cosenza, continua ad andare a rilento. Lo dicono i numeri che ancora oggi vedono la nostra regione come ultima in Italia per percentuali di dosi somministrate: appena l'11,4% (2.924 dosi inoculate su 25.630 assegnate alla Calabria).

Nei giorni scorsi avevamo denunciato, e fummo tra i primi a farlo, come l'Asp di Cosenza si fosse "dimenticata" di varare un piano vaccini nei tempi stabiliti dall'ufficio del Commissario per l'emergenza Covid in Italia. Una situazione determinatasi anche a causa del cambio di guida ai vertici dell'azienda dopo l'addio del commissario Cinzia Bettelini (destituita dal neo commissario regionale Guido Longo).

Superata questa ennesima fase di impasse e ritardi cronici di cui è afflitto il nostro apparato sanitario, dopo il varo del piano vaccini, che in pochi giorni ha portato a somministrare il siero immunizzante a quasi duemila persone, i ritardi continuano a rimanere. Così come anche le disfunzioni all'interno del sistema.

Infatti, la campagna di immunizzazione in questo momento sembra procedere ma solo a macchia di leopardo. Nella Sibaritide, ad esempio, è "andata bene" (almeno per una volta!) agli operatori sanitari dello spoke di Corigliano-Rossano che hanno visto recapitarsi un centinaio di dosi (altre ne arriveranno già domani) per medici ed infermieri dei due ospedali cittadini.

Storia diversa, invece, per altri medici di "frontiera" e dei punti 118 del territorio ionico che, invece, si sono dovuti recare a Cosenza per farsi iniettare il siero, perdendo così una giornata di riposo o - ancor peggio - dovendo lasciare la loro postazione di lavoro per "causa di servizio"

L'avviso della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la campagna di immunizzazione che si è perso nel nulla

 

Insomma, ritardi e disfunzioni, dicevamo. Che risultano pressoché ingiustificati. Nel dicembre scorso, infatti, la Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva pubblicato un avviso pubblico "per la creazione di un elenco di laureati in medicina e chirurgia abilitati all’esercizio della professione medica e iscritti agli albi professionali, nonché di infermieri e assistenti sanitari iscritti ai rispettivi albi professionali, per l’attuazione del piano di somministrazione dei vaccini anti sars-cov-2". Per l'esattezza si parla di 3.000 medici e 12.000 infermieri.

La cosa assurda (e si spera sia un refuso) è che questo avviso ha scadenza Settembre 2021: praticamente quando - auspicabilmente - dovremmo essere fuori dall'emergenza covid.

Nel frattempo, però, tantissimi tra medici e infermieri che hanno già aderito alla campagna potrebbero essere chiamati ed impiegati per supportare la campagna di somministrazione del vaccino. Sul portale di Invitalia (dove era stato pubblicato l'avviso) non ci sono più indicazioni mentre tutto il sistema è in totale affanno, soprattutto in regioni come la Calabria dove l'emergenza è continua e incessante.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.