Riapertura ospedale Cariati, Le Lampare: «L'occupazione sta sortendo effetti»
Il direttivo dell'associazione cariatese tira le somme e legge nelle parole del vice ministro Sileri una timida speranza: «Si va avanti. non un passo indietro»
Il comitato del presidio popolare permanente, dopo undici giorni di occupazione, apprende «positivamente e con moderato ottimismo» le parole del vice ministro alla Salute Pierpaolo Sileri che con un post ha richiamato proprio il caso dell'ospedale "Vittorio Cosentino" (leggi anche Sanità, Sileri: «Il nuovo Commissario avrà pieni poteri e opererà con la GdF»)
«Durante la trasmissione Titolo V e sulla sua pagina Facebook - scrive in una nota il direttivo de "Le Lampare" di Cariati - lo stesso, ha manifestato la volontà di riaprire l’Ospedale Vittorio Cosentino. È un risultato importante - precisano - che premia la caparbietà di tantissima gente che si sta spendendo per la causa del nosocomio cariatese».
Ora il comitato che più di una settimana sta presidiando il nosocomio chiede al ministro Speranza, al vice ministro Sileri, alla classe dirigente del territorio, parlamentari e consiglieri regionali: «Immediato sblocco del turn over e reintegro del personale a servizio del Punto di Primo Intervento e degli altri servizi ancora attivi; l'inserimento nella rete ospedaliera regionale per acuti dell’Ospedale Vittorio Cosentino di Cariati; la revoca del Piano Di Rientro».
«È importante - aggiungono - che la politica capisca lo stato di abbandono e l’assenza di servizi essenziali, come quelli sanitari, sulla costa jonica e si assuma le sue responsabilità e faccia proprie le nostre richieste».
«Questi primi risultati raggiunti dalla protesta - si legge ancora nella nota - erano inimmaginabili fino a poco tempo fa. Noi non ci fermeremo fino a quando non arriveremo al risultato più importante: l’apertura dell’Ospedale di Cariati. Invitiamo il vice ministro Sileri - concludono - a visitare la struttura del Vittorio Cosentino prendendo visione in persona dello stato dei luoghi. Non è più tempo di delegare, è tempo di agire».