di MATTEO LAURIA Si vota nel 2018, almeno formalmente, ma i motori sono già in moto. Un po’ come in tutta Italia, si tende ad aggirare l’ostacolo dei partiti attraverso aggregazioni civiche. In sostanza, cambia il “simbolo” ma i soggetti sono gli stessi. Un modo come un altro per non farsi carico delle responsabilità di quei partiti in cui pure hanno militato assumendo incarichi, ruoli, candidature, etc. Insomma, si mettono in campo quelle strategie necessarie perché dai palchi non si possa essere attaccati nell’accusare da un lato il Pd, dall’altro Forza Italia. Espedienti che talvolta riescono, altre un po’ meno. Dipende dalla maturità degli elettori. Lo scenario che si prospetta a Corigliano potrebbe, con sfumature e modalità decisamente diverse, ricalcare quanto sta avvenendo a Rossano. A destra come a sinistra, attraversando l’area moderata e il movimentismo. A Rossano, gli azzurri di Berlusconi sono spariti; vi è traccia solo nel movimento “Il Coraggio di cambiare l’Italia”, mentre il Pd non ha espresso un proprio candidato a sindaco. Tradotto in soldoni, i maggiori partiti storici non hanno la faccia di presentarsi al cospetto del corpo elettorale. A Corigliano, ci siamo vicini. E a destra non è da escludere uno scontro Geraci-Dima sulla candidatura a sindaco. Alcuni segnali d’altronde sono evidenti. Tra questi, l’ultima sortita dell’area riconducibile (ridotta a tre consiglieri “Alleanza per Corigliano”) all’ex sottosegretario alla protezione civile circa la necessità di ricomporre il centrodestra in una fase dove a governare è un sindaco supportato da Dima e dai suoi fedelissimi. Così come la presa di posizione sulla sanità, in particolare sull’ospedale nuovo. Nei giorni scorsi, la componente Dima in Consiglio comunale in coda a una nota pubblica stimolava il Comune a fare la propria parte: «Per questo chiediamo ‒ sostenevano i consiglieri ‒ proprio perché si è nella fase di redazione del Piano Strutturale Associato, che siano individuati gli indirizzi urbanistici e di pianificazione territoriale necessari affinché quella parte del territorio dove dovrà sorgere il nuovo ospedale sia dotata di tutta una rete di servizi a supporto dell’infrastruttura e dei suoi utenti. Trovandoci di fronte ad un’opportunità di sviluppo non solo sanitario ma anche economico e produttivo del comprensorio, non vorremmo che questa opportunità andasse perduta per superficialità o noncuranza. Chiediamo, pertanto, che l’Amministrazione Comunale si faccia promotrice di un incontro ufficiale tra gruppi consiliari e i progettisti del PSA per capire che tipo di previsioni siano state fatte su un’area sicuramente strategica del territorio e di fronte a questa richiesta di incontro continueremo ad insistere». È chiaro che
tra le parti il dialogo si è interrotto. “Alleanza per Corigliano” sta assumendo la connotazione di un soggetto politico che si pone da sostegno esterno alla maggioranza Geraci. Altra conferma arriva dal vice presidente della Provincia Franco Bruno che sui disagi viari di San Nico esenta da responsabilità la Provincia e le scarica sul Comune di Corigliano dove lui stesso è componente di maggioranza. Insomma, qualcosa è successo. E sullo sfondo pare vi sia anche una sorta di rivalità politica tra Geraci e Dima, i quali hanno uno stesso obiettivo: la poltrona di sindaco. Il problema è però che Geraci (come Antoniotti su Rossano) è un uscente, una sua non ricandidatura verrebbe letta come una bocciatura della consiliatura. Ed ecco che anche a Corigliano la destra potrebbe arrivare a una drastica spaccatura con due candidati: Dima da un lato, Geraci dall’altro. Da fonti ritenute attendibili, pare che Geraci abbia deciso di non partecipare a un convegno in fase organizzativa appena ha appreso che alla stessa è stato invitato Dima. La frattura questa volta c’è e sconfessa i patti del 2103.
Tutto questo a beneficio del movimentista, ex Pd Aldo Algieri, che continua a incamerare consensi anche da parte di soggetti con cui negli anni si è registrato qualche conflitto. Tra questi, Cataldo Russo. Un progetto avversato da colonne storiche del Pd, in particolare dall’ex sindaco Giovan Battista Genova che, non è da escludere, possa scendere in campo con altre liste civiche. Quel che resta del Pd in vista delle amministrative potrebbe puntare su
Nello Iacucci, figura di equilibrio, storicamente vicina a Franco Pacenza. Ricomporre il centrosinistra non sarà di certo cosa facile. I socialisti e Sel camminano di pari passo e, questa volta, andranno spediti per la loro strada con
il sindacalista Vincenzo Casciaro, già assessore durante la giunta De Rosis. Infine, l’incognita del Movimento 5 Stelle che sicuramente scenderà in campo con un proprio candidato, selezionabile secondo i criteri del web. I grillini sono allergici ad alleanze, poiché seguono le direttive nazionali. I tempi sono ancora lontani, non molti per chi ama stilare programmi di merito che non rappresentino il solito libro dei sogni.