CATANZARO Anci Calabria e Upi Calabria chiamano a raccolta i sindaci. «La prevenzione così non va. Cosa dovremmo fare? Mobilitare di continuo i dispositivi su tutti i siti a rischio anche se non cade una goccia di pioggia?"
Convocato un incontro per lunedì prossimo «al fine di consentire ai sindaci di confrontarsi sulle delicate tematiche emerse in questi giorni in materia di allerta meteo e prevenzione dei rischi, dopo la tragedia che si è consumata sul Pollino». È quanto si legge in una nota. «Caro Sindaco – hanno scritto, in una lettera ai sindaci, il
presidente di Anci Calabria Gianluca Callipo e quello di Upi Calabria Enzo Bruno – la tragedia che si è consumata nelle Gole del Raganello ha sconvolto il Paese e tutti noi amministratori che quotidianamente siamo chiamati a svolgere un compito gravosissimo in termini di responsabilità e impegno, spesso senza strumenti e risorse adeguate. Il primo pensiero, peroò, non può che andare alle vittime e alle loro famiglie, verso le quali esprimiamo il profondo cordoglio delle nostre comunità».
ALLERTE METEO, CALLIPO E BRUNO: RIFLESSIONE APPROFONDITA SULLE COMPETENZE DEI COMUNI
«Quanto accaduto – proseguono Callipo e Bruno – impone una riflessione approfondita sulle
competenze dei Comuni e sui protocolli da seguire per tutelare l’incolumità pubblica, soprattutto alla luce di alcune dichiarazioni rilasciate da autorevoli esponenti delle Istituzioni che sembrano puntare già verso i sindaci come unici responsabili di eventi di questo tipo. Sappiamo bene che non è così, perché a fronte di una normativa puntuale ed esaustiva, che sulla carta sembra offrire tutte le necessarie garanzie di sicurezza, fa da contraltare un sistema operativo lacunoso e sbilanciato, che impone alle amministrazioni comunali, soprattutto le più piccole, comportamenti impossibili da tenere. Da tempo, ad esempio, denunciamo l
’inefficacia del protocollo di allerta meteo, che non può limitarsi, come invece oggi avviene, nell’invio quotidiano di una pec con il bollettino meteorologico per le prossime 24 ore, che 9 volte su 10 è attestato sull’allerta gialla. Praticamente ogni giorno, quindi, dovremmo attivare i dispositivi di allertamento della popolazione, mobilitare gli organismi deputati a gestire le emergenze e monitorare (non si sa bene come) tutti i siti a rischio, anche se poi dal cielo non cade neppure una goccia d’acqua». «Ovvio – prosegue la lettera – che un sistema di questo tipo non è efficace, sia perché genera discredito nei messaggi di pericolo rendendoli vani, sia perché i Comuni non hanno la concreta possibilità di attivare i protocolli voluti dalle norme nazionali e regionali. Sia chiaro, però, la cosa che più ci preme non è certo rinnegare le nostre responsabilità, ma far sì che attraverso queste responsabilità ci sia consentito di proteggere efficacemente i cittadini».
(fontecorrieredellacalabria.it)