2 giugno festa della democrazia e della sovranità popolare
La Festa della Repubblica italiana si celebra il 2 giugno perché, proprio tra il 2 e il 3 giugno 1946. Si tenne il referendum con cui gli italiani, dopo 85 anni di regno della dinastia dei Savoia (di cui 20 di dittatura fascista). Scelsero di far diventare l'Italia una Repubblica costituzionale, abolendo la monarchia.
Nacque così, la Repubblica, che con la Costituente assunse attraverso l’approvazione avvenuta il 1 gennaio 1948 della Carta costituzionale. La forma parlamentare. Infatti, secondo l’attuale Costituzione della Repubblica italiana. E' il Parlamento l’organo attraverso il quale si esprime direttamente la sovranità popolare ed è ancora il Parlamento a rappresentare l’intera comunità nazionale, e non il Governo.
2 GIUGNO
E quest’anno, oltre a celebrazioni che rischiano di essere solo esercizio di vuota retorica. La Festa della Repubblica dovrebbe essere l’occasione per riflettere proprio sui temi della sovranità popolare e della democrazia, anche dopo il referendum del 4 dicembre scorso. Con cui è stato sconfitto il disegno funzionale agli interessi della finanza e del mercato. Per ridurre ulteriormente gli spazi democratici di manipolazione della nostra “Magna Carta”.
Uno dei principi fondamentali dello Stato moderno è quello della sovranità. Inteso come il potere conferito ad istituzioni pubbliche di regolare i rapporti tra i membri della nazione su di un territorio attraverso la definizione di regole. Allo scopo di evitare quel pericolo individuato da pensatori come Hobbes, Locke e Rosseau. (Sia pure con approcci filosofici profondamente differenti) della guerra civile ciclica medievale.
FESTA DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Oggi la sovranità degli Stati-nazione, espressiva della volontà popolare, è in crisi. A causa degli effetti della globalizzazione economica che devono uniformare le loro decisioni alle direttive di organismi tecnocratici da essi finanziati, ma che non hanno nessuna legittimazione democratica. E' il caso del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Centrale Europea e dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.
La conseguenza è la crisi della democrazia e del modello sociale ad essa sotteso nella nostra Costituzione. Con una drammatica compressione dei diritti sociali e del lavoro e del ruolo della “società di mezzo” a causa della “disintermediazione” degli interessi. E un ulteriore vulnus democratico, scaturirebbe senz’altro dall’approvazione di una legge elettorale con, ancora una volta, parlamentari nominati e liste bloccate. Impedendo al popolo sovrano di eleggere i propri rappresentanti.
Ecco perché, questo 2 giugno dovrebbe essere l’occasione per parlare di democrazia e sovranità. Se si vuol davvero vivificare la scelta che 71 anni or sono venne compiuta per la Repubblica e che animò padri della patria come Mazzini e Garibaldi e i leaders della ricostruzione democratica. Quali De Gasperi, Saragat, Nenni, Parri, Einaudi, La Malfa.