Il generale Graziano scende in politica
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Nel numero scorso, abbiamo evidenziato la necessità che Rossano e questa area abbiano una capacità di scelta delle rappresentanze politiche. Scrivevamo del bisogno di una ricetta chiara e della abilità di “cuochi” in grado di dare finalmente corpo a politiche positive.
La chiusura del tribunale, la sanità a pezzi, la perdita dell’Asl, come della Comunità montana, l’assenza di vie di comunicazione moderne e via elencando, rappresentano il curriculum negativo di un territorio che chiede una inversione di tendenza.
L’obiezione più facile è che ci vorrebbe un miracolo, ma intanto qualcosa si muove. È ufficiale che il Generale Giuseppe Graziano, dopo un prestigioso ruolo di dirigente generale alla regione Calabria, con un curriculum chilometrico approda nel centro-destra. Il Comandante regionale del Corpo forestale dello Stato di Calabria e Sicilia, farà il suo ingresso nel centro-destra con una volontà di spendersi in prima persona per la sua città e per quest’area, oltre che ovviamente per la sua regione.
Si tratta di una decisione che filtra attraverso la discrezione che questo personaggio compìto ama usare. Il Generale Graziano non è aduso ai riflettori e non gli piace apparire. Al contrario, preferisce essere. Nella sua lunga carriera, figlio di un democristiano convinto, si ritrovano incarichi di elevato prestigio: Dirigente di Settore Dipartimento “Politiche dell’Ambiente”, Presidente della Commissione di valutazione dell’ammissibilità dei ricorsi per la concessione dei contributi ai Comuni per la raccolta differenziata, Dirigente del Settore “Programmazione ed Indirizzo, Protezione della Natura, Sviluppo Sostenibile” del Dipartimento Politiche dell’Ambiente e tanto altro ancora da occupare pagine e pagine.
Oggi tutta questa esperienza viene messa al servizio della politica, nella consapevolezza di dare un contributo fattivo ai programmi, ai progetti, insomma a quella necessità di intervenire presto e bene, dopo fiumi di chiacchiere, dopo tonnellate di parole e di slogan che richiamano i problemi di sempre: la 106, la ferrovia a binario unico, il porto, orfano del suo destino, l’agricoltura, ecc.
Una giovane classe politica sta prendendo corpo, nella speranza di attrarre una rinnovata credibilità da parte di una opinione pubblica che, di andare a votare, non ha più voglia.
l.l.