Calopezzati e Crosia tra i primi comuni che hanno approvato la delibera “Salvafratino”
L'obiettivo è proteggere le spiagge, habitat costiero della specie. Intanto sono partite le campagne di sensibilizzazione rivolte a cittadini e scuole
con il coinvolgimento della Lipu e di altre associazioni

CROSIA - Sono i primi in Calabria – e tra i pochi in Italia – ad aver adottato una misura concreta per la tutela del Fratino (Charadrius alexandrinus), uccello a rischio di estinzione che nidifica sulle spiagge dei litorali sabbiosi, suo habitat di elezione. Con l’approvazione della delibera “Salvafratino”, proposta da Lipu Rende e Lipu Calabria, i Comuni di Camini (RC), Calopezzati (CS) e Crosia (CS) hanno scelto di proteggere attivamente questo piccolo limicolo e, di riflesso, i fragili ecosistemi costieri che abita e che ne permettono la sopravvivenza.
La presenza del Fratino è un indicatore biologico fondamentale dello stato di salute degli ecosistemi sabbiosi. Tutelare questa specie implica allo stesso tempo preservare l’intero equilibrio naturale delle spiagge e delle numerose forme di vita che da esso dipendono. Per questo motivo, i Comuni citati hanno introdotto una serie di misure specifiche da seguire durante il periodo della nidificazione (dal 15 marzo al 31 agosto), tra cui il divieto di pulizia meccanica degli arenili, di transito di veicoli a motore, di ingresso di cani senza guinzaglio e di svolgimento di manifestazioni rumorose o notturne nelle aree sensibili. Tutte misure già contemplate dalla legge, a cui si affiancheranno specifiche campagne di sensibilizzazione e informazione rivolte a cittadini e scuole, con il coinvolgimento attivo della Lipu e di altre associazioni ambientaliste.
Per la Lipu, i cui volontari, promotori dell’iniziativa, hanno lavorato a stretto contatto con le amministrazioni comunali, afferma che «quella del fratino non è solo una battaglia per la natura, ma un’opportunità per ripensare il nostro rapporto con il territorio, costruendo un modello di turismo più sostenibile, rispettoso e consapevole».
In questa prospettiva, la delibera Salvafratino rappresenta un importante punto di partenza e di svolta insieme: a Camini, dove nel 2025 sono già state documentate tre nidificazioni, si lavora per istituire la prima “Spiaggia del Fratino” in Calabria. Ma vere e proprie spiagge del fratino hanno già preso o stanno prendendo forma anche a Calopezzati e Crosia dove – nelle scorse settimane – alcuni tratti di arenile sono stati recintati e segnalati con apposita cartellonistica per proteggere i nidi e favorire il successo riproduttivo delle coppie ancora impegnate nella cova o nell’accudimento dei pulli.
Questi Comuni potrebbero dunque fare da apripista a una rete sempre più ampia di Comuni calabresi “amici del Fratino”, pronti a condividere un modello di gestione sostenibile del litorale che valorizzi la biodiversità presente e la qualità ambientale delle coste. Solo attraverso uno sforzo collettivo sarà infatti possibile assicurare un futuro anche in Calabria al Fratino, al Corriere piccolo (Charadrius dubius) e alle altre specie che popolano i nostri litorali sabbiosi, da molto tempo prima che noi li colonizzassimo.
«L’approvazione della delibera Salvafratino – afferma Roberto Santopaolo, responsabile del progetto Fratino Calabria - si inserisce in un quadro di azione più ampio dedicato alla conservazione del fratino in Calabria. Basti citare l’inedita attività di inanellamento a scopo scientifico, avviata quest’anno in collaborazione con gli inanellatori riconosciuti dall’Ispra Mario Pucci e Rosario Balestrieri nonché il censimento sistematico condotto dai volontari su tutto il territorio regionale sin dal 2019. Misure di tutela concrete, mirate a studiare, conoscere e dunque proteggere in maniera più efficace questo limicolo, simbolo dei litorali sabbiosi».
La Lipu ricorda che la presenza del fratino e la tutela attiva del suo habitat rientrano inoltre tra i criteri valorizzati nel percorso per l’ottenimento della Bandiera Blu, riconoscimento internazionale di qualità ambientale e sostenibilità. La tutela del fratino non è dunque una sfida “per pochi”, ma rappresenta il cuore di una possibile rete virtuosa che unisce istituzioni, cittadini, associazioni e ricercatori, tutti impegnati per salvaguardare un patrimonio naturale prezioso e fragile e dare nuovo slancio al territorio. Il nostro desiderio è che anche in Italia sia possibile dare vita a una cordata di comuni “Salvafratino” e che la Calabria, con il maggior numero di comuni ad aver adottato la delibera, possa fare da capofila e da esempio positivo per altre regioni.
«Salutiamo con grande favore questa iniziativa a tutela del fratino – afferma Marco Gustin, responsabile Specie e ricerca della Lipu – una specie che soffre di uno stato di conservazione negativo sia a livello europeo che italiano, dove la popolazione, composta tra le 500 e le 700 coppie, pur rilevante nel contesto continentale, è purtroppo in forte declino negli ultimi decenni a causa del degrado e della riduzione del suo habitat ottimale».
«Salvaguardare l’ambiente che ci circonda – prosegue Giorgio Berardi, coordinatore regionale della Lipu - mantenerlo in salute e costruire, insieme, un futuro in cui presenza umana e ritmi della natura possano tornare a coesistere è l’obiettivo che ci prefiggiamo e ci impegneremo a realizzare. Per farlo – conclude Berardi - il primo passo è proteggere il fratino ed evitare che la specie, già in forte declino, scompaia definitivamente dalle nostre coste».