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Centri d'accoglienza in Calabria, la gestione «irrazionale colpisce anche i minori soli»

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CATANZARO - La logica dell'emergenza, anche quando non esiste (gli accolti a fine 2023 sono solo lo 0,3% di chi vive in Calabria, media leggermente superiore a quella nazionale), guida l'approccio all'accoglienza fatto di prassi al limite  della legittimità. Il circuito Sai continua a non essere il principale e la Calabria non fa eccezione: nonostante il dato sia superiore alla media nazionale (22,6%), anche in Calabria le persone ospitate nel Sai (2.327) sono una quota minoritaria, il 41,7%.  Il rimanente 58,3% è ospitato nel megacentro governativo di prima accoglienza in provincia di Crotone (536 unità, il 9,6%) e in quelli straordinari (2.712, 48,7%). 

Guardando alla strutturazione del sistema locale, in termini di capienza, la provincia di Reggio  Calabria spicca per posti Sai che pur limitati (891) costituiscono il 72,4% dei posti disponibili a livello locale e collocano la stessa al quarto posto in Italia. 

Positiva anche la situazione di Cosenza al nono posto per peso specifico del sistema comunale:
 1444 i posti nel Sai (il 51,6% del totale), cui si sommano 1353 posti Cas (48,4%). Se la provincia di Catanzaro inizia a registrare un aumento del peso del sistema Cas (794 posti, il 56,3% dell'accoglienza locale, cui si aggiungono 616 posti Sai, il 43,7%)  e quella di Vibo vede il divario tra i due circuiti avvicinarsi ai valori nazionali (340 posti in cas pari al 62,85% e 201 posti Sai, il 37,15%). Colpisce la situazione di Crotone dove pur non essendoci Cas, la maggior parte dei posti è nel Cara di Sant'Anna  di Isola capo Rizzuto: 832 posti il 68,2% del totale (388 i posti nel sai, pari al rimanente 31,8%). 

È la fotografia che ActionAid e Openpolis fanno dei centri di accoglienza straordinaria, governativi e dei centri a gestione degli enti locali con il report  "Accoglienza al collasso. Centri d'Italia 2024". Analisi  e piattaforma online che vuole fare luce su quanto accade alle persone richiedenti asilo e rifugiate in Italia, centro per centro, a partire dai dati ottenuti con richieste di accessi agli atti al Viminale.   

Anche in Calabria crescono le presenze nei Cas minori. La Calabria (dopo Sicilia, Campania, Lombardia, Emilia Romagna e Puglia) è la sesta regione per presenze di minori soli nel sistema di accoglienza a fine 2023: 392 presenze tra Cas e Sai loro dedicati,  il 5,8% circa del totale dei Msna (minori stranieri non accompagnati) ospitati nel sistema di accoglienza italiano. Sebbene quasi il 62% di questi siano ospitati nel Sai regionale, a crescere sono soprattutto i posti nei Cas minori: gli accolti (assenti nel  2020) passano da 100 (a fine 2022) a 149 (l'8,4% del totale dei Msna ospitati in Italia in questo tipo di centri senza servizi adeguati) e rappresentano oltre il 38% dei minori soli nei centri calabresi al termine del 2023. Questi sono concentrati nelle prefetture  di Catanzaro (65 Msna accolti), Cosenza (24) e Reggio Calabria (60). 

Le stesse province ospitano in progetti Sai i rimanenti 243 msna: Catanzaro 89, Cosenza 126 e Reggio Calabria 28. Le strutture straordinarie per minori hanno una capienza media piuttosto  elevata (quasi 26 posti): si tratta di 6 centri, tra 22 e 25 posti, di uno da 14 (vuoto a fine 2023) e di una struttura da 48 posti. Da segnalare che una delle strutture della prefettura di Cosenza, da 22 posti, è gestita da Alprex un'azienda che si occupa  di affitti per "brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, bed and breakfast, residence". Non esattamente la specializzazione e la competenza che ci si aspetta nell'accompagnamento all'autonomia di giovani adolescenti. Parallelamente, nonostante un  incremento considerevole del circuito Sai dedicato ai Msna, le presenze nel sistema diminuiscono rispetto al 2022: sono 243 a fine 2023 (erano 285 a fine 2022). 

Inoltre, si registrano inserimenti di Msna in strutture per adulti, principalmente in Cpa: se sono
 solo 6 i minori accolti nei Cas adulti della prefettura di Vibo Valentia, sono 85 quelli che si trovano a fine 2023 nel Cara di Isola Capo Rizzuto (KR). I dati mostrano quindi che la gestione irrazionale dell'accoglienza colpisce anche i minori soli. E, mentre  aumentano posti e inserimenti nei Cas minori e si accolgono msna in promiscuità in centri per adulti, a fine 2023 si riscontrano ben 33 letti inutilizzati nei Sai loro dedicati della Regione, quasi il 12% del totale. 

Arrivi limitati, ma centri sempre più grandi. I centri piccoli (fino a 20 posti) storicamente sono minoritari in Calabria ma il 2023 segna il minimo storico dal 2018 in termini di posti disponibili sul totale di quelli offerti dal circuito straordinario:  a fine anno accolgono solamente 223 persone, l'8,7% del totale dei presenti nei Cas pugliesi. Cresce, all'opposto, solo il peso specifico dei centri molto grandi (tra 50 e 300 posti): se nel 2022 accoglievano 556 persone, a fine 2023 sono ben 1319, pari a  oltre il 51%. Le presenze in centri grandi (tra 20 e 50 posti) pur aumentando leggermente (da 733 a 1030) passano dal costituire il 48,3% del totale nel 2022 a poco più del 40% a fine 2023. Se poi a livello regionale nei Cas adulti la capienza media è di 36
 posti circa (era di meno di 30 a fine 2022), è da notare che la prefettura di Vibo Valentia è la quarta in Italia per maggiore capienza delle strutture straordinaria: si contano infatti solamente quattro cas con una capienza media di 85 posti: nel dettaglio  si tratta di strutture da 40, 50, 100 e 150 posti. Anche lo stesso Cara di Sant'Anna vede un aumento di posti che passano dai 641 del 2022 agli 832 di fine 2023.  

Nessuna programmazione e gestione irrazionale: centri sovraffollati e gestori  for profit. Come riscontrato a livello nazionale e in altri contesti locali anche in Calabria è massiccia la presenza di gestori privi di vocazione sociale e competenze: su un totale regionale di 3659 posti nelle strutture straordinarie, 1028 (il 28%  circa del totale) sono gestiti da soggetti for profit dediti alle più disparate attività: dalla coltivazione, al turismo, fino alla gestione di alberghi e pulizie. 

A livello nazionale, i dati mostrano come in mancanza di una gestione razionale si tende  ad aggirare il diritto ad un'accoglienza dignitosa, colpendo le persone migranti: da un lato si riempiono le grandi strutture fino a farle straripare e dall'altro si procede in maniera indiscriminata con le revoche dell'accoglienza, cioè si toglie il posto  assegnato alle persone nei centri con prassi di dubbia legittimità. Nonostante la capacità del sistema gestito dai prefetti sia quindi cresciuto del 58% ca. (complessivamente 3.659 posti) e nonostante nell'ultimo giorno dell'anno si riscontrino nel sistema  complessivamente 411 posti liberi anche in Calabria si riscontrano situazioni di sovraffollamento: limitandoci a situazioni in cui le persone in esubero sono in numero considerevole riscontriamo 7 strutture sovraffollate, delle quali la più critica è il centro  di Lamezia Terme (CZ) gestito dalla cooperativa "Malgrado Tutto" che con una capienza di 135 posti registra 45 persone in più per un totale di 180 presenze a fine 2023. 

Caos amministrativo e affidamenti diretti. Al caos amministrativo e all'assenza di programmazione, la soluzione del Ministero è azzerare la trasparenza nella gestione dei Cas, anche in Calabria. Nel 2023, benché inferiore a quello nazionale, un dato  comunque preoccupante: gli uffici territoriali del governo calabresi hanno garantito un'accoglienza ridotta a guardiania, a scapito di trasparenza e diritti delle persone accolte con affidamenti diretti che rappresentano quasi il 43% del totale. Un dato che  fa ulteriormente riflettere se confrontato con gli anni precedenti: nel 2020 e 2021 non si rilevano affidamenti diretti (così come nei primi 8 mesi del 2024), mentre nel 2022 sono quasi il 17% del totale.  

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.