L'Ibis Sacro ha scelto la Calabria: tra bellezza e criticità di una specie invasiva
La sua dieta comprende insetti, molluschi, piccoli pesci, anfibi, uova e pulli di uccelli nidificanti, nonché rifiuti urbani. Questo comportamento alimentare rappresenta una minaccia per le specie autoctone e per gli equilibri naturali. Ecco cosa fare se avvistato
CORIGLIANO-ROSSANO - L’Ibis sacro (Threskiornis aethiopicus), specie di origine africana dal caratteristico piumaggio bianco e nero e dal lungo becco ricurvo, sta guadagnando progressivamente terreno nel panorama ornitologico calabrese.
Questo uccello, iconico nei dipinti dell’antico Egitto, ma considerato oggi una specie aliena invasiva in Europa, è tornato ad essere oggetto di osservazioni sistematiche nel Sud Italia, con una presenza significativa anche in Calabria, dove la prima e unica segnalazione recente risaliva al 2021 (un singolo individuo osservato a Tropea, in provincia di Vibo Valentia).
L’inverno 2024 è invece caratterizzato da una vera e propria invasione, con diversi gruppi, o singoli
individui della specie, osservati in quasi tutte le province, fino alla foce del fiume Mesima (RC),
luogo di osservazione attualmente più meridionale.
La presenza dell’Ibis sacro in Europa è documentata dagli anni ’90, quando fughe e rilasci accidentali da parchi zoologici ne hanno favorito l’espansione. In Italia, le prime nidificazioni si sono verificate in Piemonte nel 1989, con una progressiva diffusione verso sud, accelerata nell’ultimo decennio.
Questo uccello si è dimostrato altamente adattabile ad ambienti antropizzati: predilige zone umide ricche di acqua e fango, ma frequenta con regolarità campi coltivati, aree urbane e discariche, dove trova facilmente risorse alimentari. La sua dieta comprende insetti, molluschi, piccoli pesci, anfibi, uova e pulli di uccelli nidificanti, nonché rifiuti urbani.
Questo comportamento alimentare, unito alla competizione per i siti di nidificazione, rappresenta una minaccia per le specie autoctone e per gli equilibri naturali, soprattutto nelle aree con risorse limitate. Come evidenziato dalla letteratura scientifica, in Europa l’Ibis sacro è stato associato al declino locale di alcune specie di uccelli coloniali e inserito nella lista delle 100 specie aliene più dannose.
Sebbene in Italia manchino ancora studi quantitativi sull’impatto della specie, l’aumento delle segnalazioni in Calabria suggerisce l’importanza di un monitoraggio sistematico. La presenza di individui isolati e gruppi più numerosi indica un possibile processo di insediamento della specie. Oltre alle criticità ecologiche, l’Ibis sacro pone rischi sanitari nelle aree urbane e nelle discariche, nonché problemi di sicurezza aeroportuale a causa del rischio di collisioni con aeromobili (bird strike).
«La presenza dell’Ibis sacro è un segnale che richiede attenzione – afferma la Stazione Ornitologica Calabrese (StOrCal) – sia per l’importanza scientifica del fenomeno, sia per le implicazioni che questa specie può avere sugli ecosistemi regionali. Attraverso il monitoraggio costante e il coinvolgimento della comunità, possiamo garantire una gestione consapevole e sostenibile della nostra fauna selvatica».
La StOrCal, fondata nel 2013, è un’associazione culturale dedicata alla promozione della ricerca
scientifica e alla conservazione dell’avifauna calabrese. Riunendo la maggior parte degli ornitologi
della regione, l’associazione opera con attività di ricerca, divulgazione e sensibilizzazione
ambientale. Raccogliendo dati e collaborando con altri osservatori, la StOrCal intende monitorare
la diffusione dell’Ibis sacro e sensibilizzare il pubblico sulla necessità di affrontare il fenomeno con
approcci scientifici. La Citizen Science (o scienza fatta dai cittadini) può giocare un ruolo chiave in
questo contesto: l’associazione invita appassionati e cittadini a segnalare avvistamenti tramite
piattaforme specializzate come Ornitho.it (https://www.ornitho.it/) oppure comunicandoli
direttamente all’associazione all’indirizzo e-mail stazioneornitologicacalabrese@gmail.com,
fornendo così un contributo concreto al monitoraggio.
L’Ibis sacro rappresenta un esempio emblematico delle sfide ecologiche poste dalle specie aliene
invasive. La Calabria, con la sua straordinaria biodiversità e i numerosi habitat di valore, deve
affrontare questa problematica con interventi basati su evidenze scientifiche e strategie sostenibili.
La gestione attenta della specie è fondamentale per preservare gli equilibri naturali e tutelare il
patrimonio avifaunistico della regione.