Tutela aree protette, a Cassano Jonio sparita una parte di macchia mediterranea
Papasso: «Ho chiesto con forza e determinazione che gli organi dello Stato facciano chiarezza e individuino coloro i quali sono stati i responsabili di questo scempio, di questo disastro ambientale compiuto nei confronti di Marina di Sibari»
CASSANO JONIO - Alla Bit di Milano, che si è da poco conclusa, il sindaco di Cassano Jonio Gianni Papasso ha partecipato ad un panel tenutosi allo stand di Calabria Straordinaria e nel si è affrontato il tema "Tutela del patrimonio naturale e turismo sostenibile nelle aree protette".
«Parlando di Parchi e Riserve naturali - dichiara il sindaco in una nota - sono intervenuto per portare all'attenzione dei relatori la Riserva naturalistica della Foce del Fiume Crati. Ho parlato anche dell'Area Sic, sito di interesse comunitario Natura 2000, che abbiamo sempre a Sibari, dove nidifica la Cicogna bianca, dove sosta il Fratino e dove depone le sue uova la tartaruga Caretta Caretta, che deve essere anch'essa necessariamente tutelata e promossa. Il mio intento era quello di sollecitare in tal senso la Regione Calabria. Perché tutto questo? Perché da tempo mi sto battendo contro le ingiustizie degli attentati all'ambiente. A Marina di Sibari in piena area Sic Natura 2000 che cosa è accaduto? Pare che per realizzare delle infrastrutture siano state abbattute centinaia di piante: è sparita una intera area di macchia mediterranea. Quando sono intervenuto denunciando il tutto sono stato etichettato come il mostro, come colui il quale deve ricevere infamie, colui il quale deve ricevere colpi su colpi per distruggerne le qualità politiche, amministrative e anche morali».
«Ma allora - prosegue - è giunto il momento di fare chiarezza e raccontare al cittadino cosa è avvenuto in questa area. Come dimostrano le immagini allegate, partiamo dal giugno 2012 quando sono stato eletto sindaco per la prima volta; la stessa area la riprendiamo quando ancora sono sindaco nell'aprile del 2016 poco prima che io venissi mandato a casa per le firme di quei consiglieri che andarono dal notaio, e la situazione è ancora immutata. Passiamo ora al 2019 quando io non sono sindaco perché il consiglio comunale nel novembre del 2017 viene sciolto per presunte infiltrazioni mafiose (poi dalle inchieste risultate non esserci) e il comune è guidato per 2 anni da una commissione straordinaria. Precisamente dalla slide riferita all'ottobre del 2019, al posto di un pezzo intero di macchia mediterranea compaiono delle strutture balneari. Con un importante danno anche all'ecosistema e alla fauna. Ancora, a maggio del 2022 quando sono sindaco, invece, si inizia a sbancare un'altra area sottostante. A quel punto interveniamo, intervengono anche i Carabinieri forestali e il magistrato dapprima sequestra l'area e poi la dissequestra consegnandola al sindaco per proteggerla e favorire la vegetazione spontanea. Qualcuno mi suggerì di dire che quegli alberi erano caduti per colpa del vento. Avrei dovuto dire una infamità e raccontare una bugia ai miei cittadini nonostante le immagini realizzate all'epoca mostrino chiaramente come gli alberi siano stati tagliati da qualcuno. Parliamo di un'area grande quanto un campo sportivo. Cosa è accaduto? Non lo so di preciso, probabilmente si stava preparando un parcheggio a servizio del lido ma saranno gli inquirenti e le indagini a dircelo con certezza. Intanto ci siamo opposti, abbiamo detto che questo non era possibile e che quest'area ricadente in zona protetta Sic Natura 2000 è del cittadino. Un'area dove nidificano il fratino, la cicogna bianca, la tartaruga Caretta Caretta e cresce il giglio di mare: tutte specie protette. Ma ad un certo punto ancora, non sappiamo cos'altro è accaduto e questa estate si è bruciato tutto: ettari e ettari di macchia mediterranea dati alle fiamme. Vederlo dall'alto oggi, anche a distanza di mesi, è ancora un colpo al cuore nostro, della natura e dell'intera comunità».
Poi conclude. «Io ho chiesto e chiedo con forza e determinazione che gli organi dello Stato facciano chiarezza e individuino coloro i quali sono stati i responsabili di questo scempio, di questo disastro ambientale compiuto nei confronti di Marina di Sibari, dell'ambiente e della natura perché i responsabili devono pagare. Io non ce l'ho con nessuno anche perché se conoscessi i nomi li avrei già fatti però auspico che le forze dell'ordine che hanno tanti mezzi e tanti modi per indagare vadano fino in fondo per capire cosa è successo in questa bellissima area. Forse per queste cose, per questa denuncia, sono costantemente, continuamente infangato e diffamato e forse questo modus operandi continuerà ma non mi interessa niente. Quando si crede in qualcosa e si fanno battaglie bisogna sfidare tutti e non mi lascio intimorire da nessuno affinché si faccia piena luce su quanto accaduto in questa area di Marina di Sibari».