Insediamento industriale al Porto di Co-Ro, il Comitato del No torna a confrontarsi con la città
Stasera alle 18, nella sede del Mercato Ittico di Schiavonea, ci sarà un incontro aperto alla stampa e ai cittadini. Venerdì scorso intanto c'è stato un incontro con il sindaco Stasi
CORIGLIANO-ROSSANO - «Non giriamo la faccia dall'altra parte!» Stasera alle 18, nella sede del Mercato Ittico di Schiavonea, il Comitato per la Difesa del Porto tornerà a parlare ai cittadini e alla stampa per aggiungere altre informazioni rispetto alla battaglia, intrapresa da qualche mese, contro la possibilità di un insediamento industriale all'interno del grande scalo portuale di Corigliano-Rossano.
Sono invitati a partecipare i giornalisti e tutta la cittadinanza interessata, «al fine di far conoscere tutte le iniziative messe in atto, in piena trasparenza dal coordinamento, a tutela e difesa del porto di Corigliano Calabro, dell’intero golfo e di tutto il territorio».
L'incontro, inoltre, ha l'obiettivo di informare la popolazione sul percorso intrapreso dal Coordinamento, attraverso le diverse interlocuzioni già avute con le istituzioni competenti. Ultima in ordine di tempo quella del 24 novembre scorso, quando il coordinamento ha avuto la possibilità di interloquire con il Sindaco «al fine di sollevare tutte le eccezioni giuridiche, sociali ed economiche che la realizzazione di questo nefasto progetto avrebbe sull’intero territorio e sulla sua economia».
«Il Primo cittadino della terza città della Calabria - si legge nella nota del Comitato - nella qualità di massima autorità del proprio territorio, è investito di un ruolo decisivo in tale percorso dovendo egli rilasciare anche il permesso a costruire per la realizzazione delle faraoniche costruzioni che la Baker Hughes vuole realizzare nel nostro porto. Tali eccezioni sono emerse dallo studio da parte di un team di esperti che fa parte del coordinamento. Forti elementi antieconomici e di incompatibilità - sottolineano - con progetti ed attività che questo momento insistono nel nostro porto emergono sempre più. Di certo questo cantiere che andrebbe ad occupare gran parte del nostro porto (e di certo la parte più “nobile”) non è assolutamente in linea con lo sviluppo dello stesso e di tutto il territorio vocato alla pesca, al commercio, all'agricoltura e al turismo».
Infine il rinnovato appello a «dire no a chi da anni tratta il territorio come merce di scambio per un osso dato alla popolazione. Tutti noi dobbiamo prendere coscienza delle vere potenzialità che il nostro territorio ha da sempre avuto e contestualmente prenderne coscienza di quanti hanno sempre tarpato le ali al vero sviluppo della nostra città, del nostro territorio e della fascia jonica tutta. Non giriamo la faccia dall’altra parte!»