Spreco di cibo e sensibilizzazione, Fonsi: «L'educazione alimentare parta dalle scuole»
In occasione della Giornata internazionale della Consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari, il produttore Fonsi ha lanciato un monito: «Questo tema sia al centro delle priorità dell’agenda politica, delle comunità e dei territori»
PALUDI - «Vogliamo iniziare ad educare dal basso alla riduzione dello spreco alimentare? Partiamo dalle mense scolastiche e riempiamo di meno ed inutilmente i vassoi per alunne ed alunni di asili e primarie di tutte le portate, dall’antipasto al dessert, imposte da un cliché culturale ereditato e che quindi non appartiene neppure alla nostra identità, cultura e dieta mediterranea».
È l’appello lanciato da Luca Fonsi, dell’omonima e plurisecolare azienda di Paludi, unici produttori in provincia di Cosenza del Pecorino Crotonese Dop e l’unico biologico dell’intera filiera, in occasione della Giornata internazionale della Consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari.
«L’obiettivo – sottolinea l’Azienda che considera la responsabilità sociale e della promozione dell’educazione alimentare una propria missione territoriale irrinunciabile – è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di ridurre le perdite e gli sprechi alimentari, per realizzare un cambiamento trasformativo a vantaggio della salute delle persone e del Pianeta. I nuovi dati diffusi e riscontrabili ovunque, che si riferiscono al mese di gennaio 2023 ci dicono che gettiamo in media 524,1 grammi pro capite a settimana, ovvero circa 75 grammi di cibo al giorno e 27,253 kg annui: ca il 12% in meno rispetto alla medesima indagine del 2022 (595,3 grammi settimanali). Un numero – precisa – che si accentua a sud (+ 8% di spreco rispetto alla media nazionale) e per le famiglie senza figli (+ 38% rispetto alla media italiana)».
«Uno spreco – sottolinea – che è stimato complessivamente in 6,48 miliardi di euro e che deriva quasi tutto dalle nostre case, come dimostrano indagini e analisi a tutti i livelli. L’obiettivo ONU, dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030, non è lontano ma – aggiunge – serve molta molta prevenzione, dal carrello della spesa al frigo in casa, dal ristorante alle mense scolastiche, perché è soprattutto sui banchi di scuola – scandisce – che possiamo rivoluzionare il senso distruttivo di prassi indotte da un modello iper-consumistico che con le multinazionali dell’intensivo e del cibo spazzatura ha cancellato salute ed economie circolari e locali».
«Di questa vera e propria emergenza che è economica e sanitaria e che – prosegue – come dimostrano i dati interessa soprattutto ed ancora una volta il nostro Sud e che fa il paio con tutti gli altri indici negativi che spesso ci portiamo appresso in termini di mala educazione e scarsa sovranità alimentare, dall’obesità infantile alle percentuali di diffusione del diabete, dovrebbero occuparsi di più non solo le associazioni ma – conclude Fonsi – anche e soprattutto le istituzioni pubbliche locali, mettendo la lotta allo spreco alimentare al centro delle priorità dell’agenda politica, delle comunità e dei territori».