Estendere il modello Riace a tutta la Calabria: Ripopolare i centri storici creando la “Città dell’Accoglienza”
Il progetto nasce dalla collaborazione del Collettivo La Mongolfiera con l’Associazione Corigliano-Rossano Futura. Lo slogan è oltre “Riace e dopo Cutro!”
CORIGLIANO-ROSSANO - L’Idea di un progetto per le Città dell’Accoglienza è nata subito dopo l’ennesima strage: il naufragio allo Steccato di Cutro avvenuto il 26 febbraio 2023 in cui hanno perso la vita più di cento esseri umani! In aprile i morti accertati erano 94 con più di venti dispersi, e i sopravvissuti erano circa 60 su un totale di più di 180! Da allora altre simili tragedie si sono succedute nel nostro mare, con circa 1300-milletrecento- persone morte o andate disperse nel tentativo di raggiungere l’Europa, dall’inizio del 2023; il dato più alto degli ultimi sei anni.
Questo ci ha spinto a riflettere nuovamente come Collettivo La Mongolfiera sul tema dell’Immigrazione e Solidarietà. Ci siamo incontrati nella città di Corigliano-Rossano insieme all’Associazione Corigliano-Rossano Futura e così è nato questo progetto.
Certo noi del Collettivo La Mongolfiera, della rivista ecopacifista, siamo considerati da sempre dei visionari in Calabria, infatti già nel 1992 lanciammo la campagna di solidarietà per gli immigrati marocchini “Cuore del Sud” con iniziative sul territorio calabrese e poi un Convegno a Roma al Palazzo Valentini sede della Provincia di Roma su “La Cultura per una Scuola Intercomunitaria”. Poi nel 2015 al Sibari Art Festival abbiamo dedicato il Festival su “Mediterraneo Europa”, nel 2016 su “Società Multietnica e Biodiversità” nel 2017 “La Carta di Sibari - Mediterraneo di Pace e Libertà” e poi ancora nel 2019 “Immigrazione e SolidarietàMediterraneo di Pace e Libertà”.
Questo perché ci siamo accorti che il Mediterraneo il “Mare Nostrum” degli antichi romani, ormai da quasi più di trent’anni di Immigrazione e Naufragi è diventato il “Mare Mortum” per le innumerevoli morti avvenute nei vari naufragi. Allora qual è l’Idea del Progetto? Si tratta di promuovere processi di integrazione nelle nostre città, anche attraverso la ri-apertura dei Centri Storici delle città calabresi di quelle grandi e anche di quelle piccole, recuperando i bellissimi Centri Storici ormai spopolati e abbandonati lasciati in un degrado ambientale pauroso, e al tempo stesso fornire opportunità di integrazione socio-economica per immigrati e rifugiati.
Si possono e quindi si Devono riaprire i Centri Storici tra immigrati e cittadini calabresi, aprendo scuole di arti e mestieri, lavorando in sinergia tra famiglie, associazioni, enti locali per rimodernare e ristrutturare, tenendo conto dell’ambiente, progettando quartieri a Dimensione Umana, recuperando alloggi per futuri quartieri multietnici e multiculturali. Pensiamo Non a nuovi Ghetti, ma alla promozione di dialoghi e relazioni inter-religiosi ed inter-culturali. Ad Integrazioni tra musulmani, indù, cristiani, e di altre religioni; mediterranei, europei, ma anche cinesi, pakistani, indiani e di altre etnie, pensiamo a scuole per migranti, a botteghe artigianali miste, a comunità meticce.
La visione è quella di passare dalle città degli invisibili alle Città dell’Accoglienza con tutti i colori del mondo. Per i migranti, la Calabria è la seconda porta d’accesso all’Italia. Nel 2022 gli arrivi sono stati di più di 18 mila, contro i 10 mila del 2021; gli immigrati residenti nei nostri paesi e nelle nostre città sono spesso abbandonati a se stessi e preda della criminalità organizzata, sono esseri umani ai margini, Invisibili ma Reali, presenti in tutto il territorio calabrese.
La nostra idea è quella di dare Dignità e Visibilità a questi esseri umani che sono come noi, desiderosi di un’opportunità di riscatto al di là della loro provenienza, cultura e religione. Tutto ciò è stato già fatto in Calabria nella piccola cittadina di Riace un progetto di integrazione tra migranti e calabresi preso ad esempio da molti in tutto il mondo, ricordiamo che il regista tedesco Wim Wenders ha dedicato a Riace un film.. Allora noi pensiamo che se invece di essere soltanto una città sono una decina o una ventina di città calabresi che aderiscono al Progetto nessun politico o giudice potrà bloccare o peggio criminalizzare dieci o venti sindaci che lavorano insieme in rete. Ecco perchè il nostro slogan è oltre Riace e dopo Cutro! La nostra proposta deve diventare operativa, esecutiva con una Conferenza Regionale da fare entro il mese di settembre 2023 nella città di Corigliano-Rossano, dov’è nata l’idea del progetto delle “Città dell’Accoglienza”, pensiamo al Castello Ducale. Nella Conferenza ci sarà un Protocollo da Sottoscrivere da parte delle amministrazioni invitate, protocollo che sarà preparato da esperti di diritto civile e comunitario e che impegnerà nei fatti i sindaci sottoscrittori del progetto. In base alla grandezza delle città coinvolte si studierà anche il numero di migranti da accogliere nei centri storici. Partiamo da questa piattaforma, da questa idea di progetto aperta a tutti coloro che vogliono collaborare per integrare e arricchire idee e contributi su questo progetto (singoli cittadini, studiosi, associazioni, personalità del mondo sociale e politico, scrittori, poeti, religiosi e poi Comuni, Regione, Stato e Parlamento Europeo). Primi Firmatari del Progetto Le Città dell’Accoglienza Nino Criaco, Maurizio Guarino, Giuseppe Magarò, Umberto Romano, Roberta Romano e Giovanni Spedicati del Collettivo La Mongolfiera; Tonino Caracciolo dell’Associazione Corigliano Rossano Futura. Seguono altre Firme.