Consorzi di Bonifica, con la riforma arriva anche un impegno concreto sul futuro dei lavoratori dell'ente jonico
Katya Gentile interviene sull'ente consortile più critico, quello di Trebisacce: «Il loro futuro non è a rischio, stiamo reperendo risorse per fronteggiare il quotidiano. La riforma nasce dalla necessità di risolvere proprio questi casi gravi»
CORIGLIANO-ROSSANNO – Torniamo a parlare di Consorzi di Bonifica e nello specifico della situazione in cui versa quello di Trebisacce. È notizia di ieri: i lavoratori che avanzavano 7 mensilità hanno revocato lo sciopero programmato per oggi poiché ne hanno ricevute 3 (leggi qui) e la Regione Calabria è pronta a trovare delle risorse extra per far fronte alle altre 4 mensilità arretrate. Questo stando a quanto confermato da Katya Gentile, Presidente della VI Commissione regionale agricoltura, foreste e consorzi di bonifica, intervenuta ieri all’Eco in Diretta, il talk della nostra testata condotto dal direttore Marco Lefosse.
Ci eravamo lasciati con la speranza di una riforma del settore che avrebbe dovuto cambiare le sorti dei consorzi, auspicata anche da Federica Pietramala, segretaria comprensoriale della Flai Cgil. Per capire quali saranno le novità di questa riforma tanto attesa, che a breve verrà definita e completata, siamo andati alla fonte, da Katya Gentile, appunto, che questa nuova legge regionale l'ha redatta insieme al suo staff, con la supervisione dell'assessore regionale al ramo, Gianluca Gallo, e ovviamente del Presidente Roberto Occhiuto.
Una riforma che ci aspettiamo risolva molti dei problemi che l’intero comparto si porta dietro ormai da anni, rimettendo, si spera, in ordine un settore delicatissimo che versa in condizioni drammatiche.
«La squadra messa a punto per lavorare alla riforma, e noi come commissione – afferma Gentile -, abbiamo fatto un grande lavoro. È stato il primo problema affrontato non appena ci siamo insediati, proprio perché era un argomento spinoso che necessitava di un’attenzione particolare. Noi siamo consapevoli di quanto il lavoro dei consorzi sia indispensabile per l’agricoltura. È evidente che il sistema che li ha governati in questi anni non ha funzionato. Dopo una serie di audizioni, i cui protagonisti sono stati tutti i rappresentati del mondo consortile, i sindacati e le organizzazioni datoriali, è venuto fuori un quadro a tratti allarmante, che ha prodotto poi una risoluzione, e che ci ha necessariamente portati alla riforma. Avevamo un’ottima legge ma è ormai superata».
In Calabria i vari territori sono suddivisi in aree di pertinenza che vengono “appaltate” a più consorzi producendo una parcellizzazione che ha prodotto l’attuale stato di cose. La riforma, infatti, dovrebbe unificare gli enti creando un unico ente consortile.
«Per riformare i consorzi – precisa la Presidente della VI commissione - siamo partiti da uno studio approfondito, valutando le esperienze delle regioni italiane più virtuose. Fatto questo, abbiamo rapportato le loro linee guida alle nostre esigenze. Non ci siamo inventati nulla, riproponiamo esperienze positive sperimentate in altre regioni facendole nostre. Rispetto alle differenze che abbiamo trovato negli 11 consorzi sappiamo che hanno tutti perlopiù dei problemi economico-finanziari dovuti anche ad una diminuzione dei contributi nazionali e regionali per la forestazione. Sappiamo infatti che molto deriva da questo (oltre che da una radicata incapacità di riscossione), e ci siamo assunti una responsabilità in tal senso come ente pubblico».
E sulle novità della riforma: «La riforma produrrà una struttura dell’ente molto più snella con la costituzione di un consorzio unico. Questa posizione ci vede un po’ in contrasto con le varie realtà consortili che vorrebbero mantenere la loro autonomia. Noi possiamo rassicurarli, la manterranno perché l’autogoverno resterà una prerogativa e noi lo garantiremo. Se la riforma passerà gli 11 consorzi andranno in liquidazione e subentrerà il consorzio unico che rappresenterà l’unico centro di costo, il quale avrà comunque dei comprensori (11 poiché come le vecchie aree), ovvero sedi amministrative e operative. Il tutto per favorire la razionalizzazione e ottimizzazione dell’intero sistema, anche in termini di risorse»
«L’intento – aggiunge - è offrire oltre che servizi migliori anche più servizi. Non dobbiamo dimenticare che il 70% dei contribuenti che non paga si suddivide in contribuenti che vanno alla ricerca del cavillo per non pagare e contribuenti che non pagano perché non ricevono i servizi adeguati».
Una parentesi importante riguarda poi la condizione, lo abbiamo ricordato all’inizio, del Consorzio di Bonifica di Trebisacce, forse tra le realtà più dure del panorama consortile calabrese. I lavoratori avanzano ancora 4 mensilità e la situazione rischia di degenerare. Una situazione che pare irreversibile e che speriamo la riforma possa in parte risolvere.
Su questo, rassicura Gentile, «non abbiamo dubbi, il loro futuro lavorativo non è a rischio».
«La riforma – ribadisce - parte proprio dalla necessità di risolvere questi casi particolarmente gravi. Non dimentichiamo che la Regione ha dato ai consorzi qualcosa come 4 milioni di euro, da quando siamo arrivati fino ad oggi, proprio per sopperire a questa mancanza di liquidità e per pagare i lavoratori. La condizione di Trebisacce è la più preoccupante e proprio per limitare esborsi continui da parte della regione, che sappiamo non sono mai bastevoli a sanare definitivamente i bilanci, siamo intervenuti con una riforma di questo tipo. Nel frattempo stiamo cercando di reperire risorse per fronteggiare i problemi del “quotidiano”, prima ancora di giungere alla riforma. Sappiamo bene che i lavoratori che attendo la paga di varie mensilità non possono aspettare che l’iter si completi».
Attendiamo, quindi, ulteriori sviluppi registrando comunque la diminuzione delle mensilità che i lavoratori avanzano e che passano da 7 a 4, con la speranza che la riforma agevoli e risolva i problemi economico-gestionali di questo settore così importante per l’economia calabrese.