I licenziati della Simet non vogliono finire nel dimenticatoio: «Non ci fermeremo mai!»
Richiesta al prefetto di Cosenza l’istituzione di un tavolo per discutere delle possibili soluzioni. Renna: «Non vogliamo essere sconfitti dell'indifferenza di chi ha riempito pagine di giornali solo per propaganda elettorale»
CORIGLIANO-ROSSANO - «In data 29 marzo abbiamo inviato una pec al prefetto di Cosenza, con la richiesta specifica di un tavolo istituzionale, in cui è richiesta la presenza del Ministero dei Trasporti e quello del Welfare, la Regione Calabria con la presenza del Presidente Occhiuto, i presidenti delle province di Crotone e Cosenza, il Sindaco del comune maggiormente colpito dai licenziamenti Corigliano-Rossano, alla presenza di un piccolo gruppo di noi licenziati affiancati dallo studio legale che ci sta rappresentando anche nelle aule dei tribunali».
È quanto si legge in una nota stampa di Elda Renna, portavoce del gruppo licenziati Simet, che così continua: «Questo perché non vogliamo essere depositati nel cassetto del dimenticatoio, non vogliamo essere sconfitti dell'indifferenza di chi ha riempito pagine di giornali solo per propaganda elettorale fatta sulle nostre vite, sulle nostre famiglie, e perché no, anche su un'azienda, che ha sbagliato a licenziarci sbattendoci in mezzo alla strada, ma ha creato risorse di lavoro e contribuito al pil della regione Calabria facendone la storia assumendo anche donne, cosa che la stragrande maggioranza delle aziende di trasporto, anche molto famose, non assume e la regione gli affida anche la gestione delle linee pubbliche...assurdo visto i tempi che corrono e visto ciò che è scritto nella costituzione italiana, quando ricorda pari diritti e dignità tra uomini e donne. È giusto che tutti siano a conoscenza delle nostre intenzioni: noi non ci fermeremo mai!»
«La nostra storia – aggiunge - sia di stimolo a chi ha perso la voglia di lottare, a chi ha perso la speranza e la fiducia che tutto può cambiare davvero... dipende da noi e dal nostro coraggio, non voler essere più ne schiavi né pedine che si piegano a certi poteri. La società siamo noi e noi siamo gli unici che possiamo creare il nostro futuro, ed il futuro si crea solo lottando, con coraggio, passione, onestà intellettuale, sprezzanti di quella stupida mentalità che ci opprime: "Tanto le cose non cambiano". No, non è così... noi ci stiamo provando a buttare giù quel muro che ci tiene stretti e chiusi, depressi ed afflitti... stiamo andando verso qualcosa che andava fatto con la partecipazione di tutta la società, non solo da piccoli gruppi come il nostro. Abbiamo coinvolto i media anche nazionali oltre che regionali , e continueremo a portare alla conoscenza di tutti la nostra brutta vicenda, vogliamo buttare giù quel muro di indifferenza, strafottenza, menefreghismo e disumanità, dei poteri "forti", di quei poteri che hanno solo il compito di proteggere e difendere i propri cittadini, sono messi lì apposta, è questo il loro compito e per cui vengono pagati dal popolo italiano per svolgere queste funzioni!».
«Fiduciosi della sensibilità e della vicinanza del nostro prefetto di Cosenza, aspettiamo una data per il tavolo istituzionale richiesto. Intanto vogliamo augurare Buona Pasqua a tutte quelle persone che ci stanno sostenendo con messaggi, abbracci, parole di conforto. Grazie a chi ci sta accanto senza se e senza ma!» conclude.