Laino Borgo: convegno sulle tradizioni religiose in attesa della Giudaica
Il 1 aprile un appuntamento di approfondimento sul passato e presente della tradizione religiosa ed identitaria con diversi ospiti e studiosi
LAINO BORGO - Laino Borgo si prepara a trasformarsi nella Gerusalemme del Sud. Il 7 aprile il comune della Valle del Lao accoglierà l'evento identitario per eccellenza: La Giudaica. Un viaggio itinerante nell'ultimo giorno di vita di Cristo, con 19 scene negli angoli più significativi del borgo, 94 attori e oltre 150 figuranti che rappresentano un testo aulico del 1600 che si tramanda da generazioni.
Un grande attrattore culturale e spirituale per il quale si intende lavora alla sua candidatura a patrimonio immateriale Unesco capace di attrarre turismo e focalizzare l'attenzione sulla identità di Laino e il suo contesto territoriale.
Mentre fervono i preparativi e gli ultimi ritocchi agli abiti e le scene, la città si prepara al conto alla rovescia con un grande momento di confronto culturale che si svolgerà sabato 1 aprile alle ore 18:00 presso la Sala convegni della Biblioteca Comunale: "Le tradizioni religiose: passato e presente" è il titolo dell'appuntamento che vedrà i saluti istituzionali del sindaco di Laino Borgo, Mariangelina Russo, ed il benvenuto del presidente della Pro Loco 2016, Mario Donato.
Interverranno come relatori Giovanni Turco, curatore teatrale della Giudaica, Cristina Coscarella, architetto e docente Unical, Giovanni Russo, storico e scrittore, ed Emilia Blaiotta esperta di cultura bizantina. L'incontro sarà moderato da Maria Teresa Armentano presidente dell'associazione Alétheia.
«La Giudaica è una delle rappresentazioni più antiche del teatro itinerante popolare del Sud Italia – spiega il sindaco di Laino Borgo, Mariangelina Russo - Non è una processione ma è un teatro itinerante e le molteplici scene si svolgono in numerose località del paese e dura ben 7 ore. Inoltre chi assiste diventa parte integrante della scena e della rappresentazione. Le scene suscitano forti emozioni. Un evento che abbiamo tanto atteso e del quale ci siamo privati negli anni di pandemia e che ora siamo pronti a celebrare come merita. Rappresenta la nostra storia, la nostra identità, lo sentiamo nostro in maniera profonda e siamo orgogliosi di poterlo presentare a quanti sveglieranno di vivere con la nostra comunità, che è tutta coinvolta nell'evento, il venerdì santo».